"Bisogna tagliare la spesa improduttiva anziché chiedere ancora sacrifici ai contribuenti", esordisce Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre, alla luce degli studi condotti dagli esperti dell'Ufficio Studi dell'Associazione Mestrina per descrivere il nuovo, ennesimo aumento di tasse che si sta profilando. Per Banca d'Italia potrebbe essere infatti necessario reintrodurre l' Ici, l'imposta sulla prima casa, ovvero quell'esenzione per la casa d'abitazione che era stata tra i primi interventi adottati dal Governo dopo l'insediamento. Se l'Ici fosse nuovamente applicata, "il carico fiscale aggiuntivo che le famiglie italiane proprietarie della prima casa si dovrebbero accollare sarebbe di 254 euro". L'ammontare complessivo dell'imposta - precisano gli esperti della CGIA - dipende, chiaramente, dell'aliquota applicata, dal valore catastale dell'immobile e dalle detrazioni di cui "gode" il proprietario. Muovendo da tali indicatori l'associazione di Mestre ha tratteggiato una "mappa" del peso fiscale aggiuntivo che deriverebbe dal ripristino dell'Ici, evidenziando gli aumenti medi per famiglia, nei 110 Comuni capoluoghi: maglia nera a Taranto, con 464 euro in più da pagare. Male anche Roma, dove i proprietari di prima casa dovrebbero pagare 426 euro all'anno in più, e Bologna con un carico aggiuntivo per famiglia di 372 euro "Auspico - commenta Bortolussi - che l'ipotesi suggerita dalla Banca d'Italia rimanga tale. Dopo che negli ultimi mesi abbiamo subito l'aumento dell'IVA, delle accise
sulla benzina, dei ticket sulle visite mediche specialistiche e in molti comuni anche dell'aliquota provinciale sull'Rc auto e dell'addizionale comunale Irpef, sarebbe insopportabile subire questo ulteriore aumento. Credo di poter dire che è giunto il momento di tagliare la spesa improduttiva anziché chiedere ancora sacrifici ai contribuenti".
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