La madre naturale prevale sempre su quella 'psicologica'. Anche se la prima, in ristrettezze economiche, ha ceduto il figlio ad una coppia facoltosa. Lo ha stabilito la Cassazione (sentenza 10907) che ha respinto il ricorso di una coppia catanese, Luigi C. e Lucia Z. che, non potendo avere figli, convinsero una ragazza di umili condizioni e madre di un figlio, Maria Antonietta S., a dichiarare che il suo bambino era figlio naturale di Luigi. Per la Suprema Corte i bambini hanno diritto ad essere cresciuti dalla madre che li ha concepiti. Questa ha la priorita' sulla 'madre psicologica'. Smascherata dai giudici, la coppia siciliana (che gia' aveva perso il figlio affidato ad una famiglia reperita dall'ufficio affidi con secretazione del luogo di collocamento) si e' rivolta alla Cassazione per riavere il bambino, sostenendo tra le motivazioni che i giudici d'appello avevano violato la Costituzione
laddove avevano affermato che la madre naturale deve prevalere sulla madre psicologica. Ma la Suprema Corte non ha condiviso la difesa e, respingendo il ricorso dei coniugi, ha sottolineato come 'e' prerogativa del legislatore di attribuire primazia assoluta alla assistenza che puo' essere fornita dai genitori naturali rispetto a qualunque altra possibile, e di affermare l'interesse protetto del minore a siffatta assistenza, in quanto corrispondente al diritto di conoscere i suoi veri genitori, e di essere da essi educato'. Secondo i giudici della Prima sezione penale 'ogni valutazione che pretendesse di fare rilevare per prima, ovvero prima della genitorialita' naturale, la eventuale maggiore disponibilita' di altri soggetti sprovvisti della qualita' naturale, trascurerebbe il rilievo costituzionale della famiglia. E dimenticherebbe che la legge n. 184 del 1983 (legge sulle adozioni) proprio con l'istituto dello stato di abbandono, che tiene conto della eventuale inadeguatezza di tale nucleo, disciplina entro limiti e garanzie rigorose una scelta diversa'.

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