POSTA e RISPOSTA n°129 schiude i battenti all'affezionato visitatore CLAUDIO BILLO che alle h.9:49 del 26 set '11 ha così commentato la mia news su condizioni carcerarie inumane e danno esistenziale del detenuto: "Quando una persona delinque, in ogni parte del mondo, soggiace alle condizioni carcerarie locali. Il paese ospitante NON può farsi carico di un trattamento di favore per chi delinque, sia esso cittadino o straniero. Anzi, DEVE far sì che chi ha subito il reato VENGA RISARCITO ADEGUATAMENTE con prestazioni lavorative idonee da parte di chi il reato ha commesso (da qui non più una condanna a X anni di carcere, ma ad Y € di risarcimento). Per cui propongo per tutti di creare una forma di guadagno per risarcire i danni provocati, pagarsi la permanenza in carcere e, per gli stranieri, il viaggio di rimpatrio a fine condanna. Per chi non accetta o non vuole tale soluzione, tipo associazioni
umanitarie, di solidarietà, Nessuno tocchi Caino, politicanti vari, etc. propongo si sostituiscano in solido a chi ha commesso reato, pagando loro stessi il conto, fermo restando comunque il rimpatrio per il criminale se straniero. No percorsi di recupero vari e studi e lauree in carcere a spese anche di chi ha subito il reato (oltre il danno la beffa!). È facile fare il buono con i soldi altrui! Ciò resta valido, a mio INSINDACABILE parere (la convinzione della validità del mio parere è mia e nessuno ha il diritto di togliermela se non con fatti tangibili) deve valer anche per la politica nazionale, comunitaria e mondiale. Ogni paese HA IL DIRITTO-DOVERE di fare innanzitutto l'interesse dei suoi cittadini. Per cui la sentenza
emesso dall'esimio giudice è per me, non coerente con il COMUNE SENSO DI GIUSTIZIA." - Ringrazio Claudio BILLO prima per la passione con cui ci segue e poi per l'opinione espressa in maniera chiarissima che sottopongo all'oceano mare del web che certamente avrà il suo bel daffare per sostenere o confutare la Tua opinione. Comunque, scrivici ancora. ILVO CARTA alle h.19:11 del 27 set '11 scrive quanto segue sul medesimo tema: "Una decisione di giustizia. A fronte di un risarcimento più che simbolico un bel segnale. Magari altri giudici si spingeranno oltre, ordinando l'immediato trasferimento del detenuto in una cella che non leda la dignità umana ovvero, se alle patrie galere ciò risultasse impossibile, nell'attesa ordinarne la immediata liberazione. che paese civile sarebbe!" - Grazie anche a Te, Ilvo caro. ROGER RITARDATO alle h.16:08 del 28 set '11 s'interroga: "A volte mi chiedo: al di là dei crimini accertati, coloro che dovrebbero essere in carcere sono quelli che ci stanno o quelli che stanno fuori??" - In primo luogo, un saluto di benvenuto, caro ROGER RITARDATO: quanto al Tuo quesito mi appare una domanda retorica cui dai in sostanza anche la risposta; o sbaglio? M. ROSOLIA alle h.12:26 del 30 set '11 commenta: "Si é attivato un gioco pericoloso per lo Stato che siamo noi. I RISARCIMENTI: Legittimi perché la dignità umana va sempre e comunque preservata in uno STATO civile". KOKKALIARIS1 alle h.3 del 30 set '11 mi scrive: "Il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona.
Non possono essere adottate restrizioni non giustificabili". - Ti ringrazio, KOKKALIARIS, per il Tuo contributo. STUDIO DECHIA alle h.14:14 del 27 set '11 scrive: "Concordo pienamente con il signore, anzi, si dovrebbe pensare di più ad Abele che a Caino. A Caino si dovrebbe pensare affinchè venga garantita la certezza della pena, e per i reati gravi, bisogna eliminare qualsiasi beneficio". Il P&R è il n°118 del 21 set '11 ed il signore è LUCA TAGLIETTI; per praticità riportiamo la lettera di Luca qui appresso: "LUCA TAGLIETTI è il protagonista del POSTA e RISPOSTA n°118; il nostro affezionato lettore alle h.14:27 del 15 set '11 così ci scrive in relazione al P&R pubblicato il 9 set '11: "Che le carceri siano luoghi scomodi, mi pare debba essere pure doveroso, se non altro per far riflettere che rischia di finirci dentro con comportamenti contrari al diritto penale. Osservo che se la popolazione carceraria italiana fosse di 20.000 unità, e non di oltre 60.000 persone, probabilmente starebbero più larghi. Forse a qualcuno sfugge che in Italia si finisce in carcere raramente, e in pochissimi casi si resta dentro a scontare la pena. Osservo che chi ha scritto la lettera 107 ha precisato di essere innocente, pur stando agli arresti domiciliari. Un paradosso tutto italiano? Siamo tutti innocenti! Allora chiudiamo le carceri! Visto che ci sono, se i detenuti vogliono avere migliori condizioni di vita in carcere, se le paghino con il lavoro. Meno male che non esistono più i lavori forzati! Insomma, tutti pensano a Caino, radicali in testa, ma chi pensa ad Abele ed ai suoi familiari? Distinti saluti". Alle h.22:32 del 28 set '11 ci giunge il post che segue da info@larinnova.com: "La dignità umana è sacrosanta, va concessa a TUTTI, indipendentemente da razza, ecc... ecc..., tuttavia mi chiedo: con tutti i delinquenti italiani non sarebbe utile rimpatriare TUTTI coloro che non essendo italiani commettono un reato nel nostro paese e far scontare la pena nelle carceri dei loro paesi? Dopo che delinquono da noi, dobbiamo pure pagare le tasse per loro, non è già troppo farlo per i nostri connazionali?" A., una nostra lettrice identificata, ha scritto il 2 ott '11 h.11:39 un profondo pensiero che intendo pubblicare per estratto: " ...ho adesso un caso di un ragazzo con ha subito un'ingiustizia in campo medico ed è in carcere per spaccio di droga. Mi sta appunto dicendo anche lui la stessa cosa. Non imparano niente lì. Solo come delinquere ancora meglio. Distinti saluti". L'Avv. AURO alle h.23:08 del 28 set '11 agita alcune perplessità d'ordine tecnico-giuridico: "mi sto chiedendo come abbia fatto un magistrato di sorveglianza a esprimersi sul danno, non è competente. Secondo me la decisione del magistrato leccese sarà annullata per violazione di legge incompetenza funzionale in sede di impugnazione della Procura". ANNA 'VECCHIA54' alle h.15:10 del 2 ott '11 invia il seguente post in relazione al Posta e Risposta n°127 pubblicato quel medesimo 2 ott '11: "la mia opinione coincide perfettamente con la tua, Anna Pia, anche se non ho avuto la tua pesante esperienza ...Anna". Grazie, Anna cara ma non 'Vecchia', per l'apporto alla discussione. NELLO61 è di opinione diametralmente opposta ad Anna Pia ed Anna ed alle h.18:50 del 2 ott '11 scrive criticamente quanto segue: "Egregia Sig. Anna Pia Saccomandi, lei dice di aver lavorato per otto anni in un istituto di pena, io con tutto il rispetto ci lavoro da circa ventisei di anni e le assicuro che chi ha rovinato gli istituti penitenziari sono stati proprio gli assistenti volontari, gli educatori, gli assistenti sociali". Alle h.8:16 del 3 ott '11 BERNARDO LACARA, affezionato lettore, ci invia il seguente commento: "Apprezzabilissima l'opinione di Anna Pia Saccomandi! Addirittura, per incentivare i 'carcerati' ad effettuare per bene psicoterapia e lavoro, sarebbe interessante subordinare ex lege una congrua riduzione del periodo di detenzione ai risultati raggiunti con tali attività. Non solo, quindi, psicoterapeuti in luogo delle guardie carcerarie, ma anche al posto dei direttori e dei funzionari degli istituti di pena!" Come lo aveva aperto, chiude il P&R di oggi CLAUDIO BILLO che, alle h.7:54 del 3 ott '11 così commenta l'intervento di ANNA PIA SACCOMANDI: "Concordo con la Saccomandi SOLO sulla prima piccola parte relativa al lavoro per il proprio mantenimento in carcere, pagamento degli stipendi della polizia carceraria ed, in primis, RISARCIMENTO VITTIME. Chi ha commesso un reato DEVE sapere qual è il costo delle sue azioni, non solo in termini economici, ma anche sociali. La sentenza DEVE valutare il reato e monetizzarlo. Non più 5,6,15 anni di carcere, bensì 100.000,00, 500.000,00, 2.000.000,00 € di danno da pagare col proprio lavoro. Le carceri devono diventare stabilimenti dove il criminale lavora per 16 ore al giorno, 2 ore per mangiare e 6 per dormire fino al saldo completo del debito contratto con il reato commesso. Infatti il carcere deve essere LA CONDANNA, ma anche IL RECUPERO della persona. Ritengo che, scontata la pena, difficilmente si reitereranno i reati conoscendone il costo. Il suicidio in carcere per i casi più gravi (tipo omicidi o giù di lì)? Risponde alla "legge del taglione" sempre esistita ed ancora attuale. "TV, giornali, studi in carcere? Deve essere un ricordo!", parafrasando la pubblicità. Sostituirla con "Lavoro, lavoro, lavoro" fino a risarcimento totale per una giustizia più equa. Chi subisce il reato DEVE avere la possibilità di interferire nella richiesta della forma di risarcimento. Una proposta: Facciamo, Per es., dell'isola d'Elba IL CARCERE NAZIONALE con opifici-dormitori vari dove i carcerati devono lavorare. 3 navi militari in pattugliamento continuo attorno all'isola. Spazio aereo-marino INTERDETTO con abbattimento a vista per chi si avvicina non autorizzato. Un migliaio di guardie tecnico-carcerarie per la conduzione-controllo della produzione. NON espongo il seguito visibile in un film titolato "Il cerchio giallo" o qualcosa di simile che riterrei giusto comunque applicare risolvendo così l'annoso problema "Guardie carcerarie e carceri". Per 'l'organico di educatori assistenti sociali medici psicologi' sarei desolato, dovranno trovare altri sbocchi lavorativi poiché il carcere così combinato non trova spazio per loro. In altri paesi il regime carcerario se non è come descritto, si allinea molto. Solo in Italia gli stranieri che inciampano nella giustizia gradiscono l'ospitalità carceraria italiana a 5 stelle che non quella del loro paese. Lo stesso vale per gli italiani all'estero: Baraldini docet. È, oggi, un ASSURDO che le vittime dei reati DEBBANO PAGARE LE TASSE per il mantenimento, controllo, edilizia, sviluppo sociale, lauree, diplomi e quant'altro, dei loro carnefici senza ricevere il giusto ristoro. I diritti, in Italia, sono prevalentemente per Caino, in piccolissima parte per Abele. Il tutto è trasferibile anche per i reati economici, cioè nella giustizia civile. Considerazione finale: Tutti sono bravissimi e plauditissimi a DIMOSTRARSI BUONI, COMPRENSIVI, GIUSTI ma, purtroppo, sulla pelle e con il portafoglio altrui!" - Il dibattito sulla situazione CARCERARIA italiana continua sul nostro form.
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alla materia della responsabilità civile
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