In vista dei lavori parlamentari per la conversione del decreto appena licenziato dal governo, l'Antitrust, con una segnalazione fa sapere al governo che "il decreto di stabilizzazione finanziaria all'esame del Parlamento va nella giusta direzione dell'apertura dei mercati ma per ottenere i risultati sperati occorre rivedere alcune norme che potrebbero produrre effetti opposti a quelli desiderati". L'autorità indipendente afferma che decreto offre un quadro di norme di principio che, se correttamente interpretate nella loro concreta applicazione, potrebbero portare ad una maggiore concorrenza nel sistema economico italiano anche se, affinchè questo avvenga, fa sapere l'antitrust, è necessario modificare il decreto.

Ecco alcune osservazioni dell'Antitrust


Servizi privati
Per quanto concerne l'abrogazione delle restrizioni all'accesso e all'esercizio delle attività economiche, l'Antitrust propone la riformulazione della norma con l'eliminazione del riferimento ad autorizzazioni agganciate alla popolazione o ad altri criteri di fabbisogno. Secondo l'autorità si corre il rischio che si mantengano o addirittura si reintroducano autorizzazioni che rappresentano una limitazione quantitativa ingiustificatamente restrittiva della concorrenza. Occorre poi riscrivere il comma che abroga le restrizioni relative ai prezzi minimi per evitare possibili interpretazioni riduttive ed estendere tale abrogazione a prezzi e tariffe massime che potranno essere mantenute a tutela dei consumatori. Il provvedimento prevede poi delle eccezioni che, secondo l'antitrust, dovranno però essere giustificate da ragioni di ordine pubblico, di pubblica sicurezza, di sanità pubblica, di tutela dell'ambiente e di tutela del consumatore.

Professioni
Secondo l'Antitrust, la norma sulle tariffe professionali (intese come parametro legale di riferimento per la determinazione del compenso del professionista) rappresenta un passo indietro rispetto alla normativa attualmente in vigore. Si tratterebbe di una disposizione contraddittoria e contraria alla liberalizzazione del mercato dei servizi professionali prevedere. Inoltre, l'introduzione dei consigli di disciplina, senza la partecipazione di soggetti esterni, perde il suo carattere innovativo perché continua a mancare il requisito della terzietà. L'antitrust dichiara inoltre la necessità di ridurre a sue anni il tempo massimo del tirocinio e valuta positivamente la previsione che il praticantato possa essere svolto contemporaneamente agli studi universitari. Consiglia inoltre di rafforzare la previsione inserendo la possibilità di lauree da conseguire contemporaneamente all'esame di Stato oggi previsto dalla Costituzione.

Servizi pubblici locali
L'antitrust valuta positivamente il processo di liberalizzazione dei servizi pubblici locali che va a colmare il vuoto normativo lasciato dal referendum. La stessa disposizione prevede però un elemento negativo quando introduce la soglia dei 900mila euro al di sotto della quale la gara per la scelta del gestore dei servizi non è obbligatoria. In questo modo, sottolinea l'Antitrust, si configura per alcuni settori di attività economica una sottrazione dai necessari meccanismi di concorrenza per il mercato. Per questo è necessario ribadire la regola della gara obbligatoria salvo particolari situazioni locali che dovranno essere dimostrate dall'ente affidante.

Privatizzazioni
Secondo l'autorità occorre garantire, attraverso le procedure di evidenza pubblica, che tali procedure si svolgano nel modo più concorrenziale possibile.

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