Il Capo dello Stato ha partecipato all'annuale meeting per l'amicizia di Rimini e durante il suo discorso ha dichiarato - citando un noto discorso del Presidente Roosvelt nel 1932 - che "Dinanzi a fatti così inquietanti, davanti a crisi gravi, bisogna parlare il linguaggio della verità" "perché esso non induce al pessimismo, ma sollecita a reagire con coraggio e lungimiranza". Il discorso del Presidente è stato essenzialmente incentrato sulla crisi economica. Secondo il Presidente la maggioranza ha tardato a rendere nota la gravità della crisi ma allo stesso tempo l'opposizione non può dare la colpa della crisi solo al governo
in carica. "Possibile - dichiara - che si sia esitato a riconoscere la criticità della nostra situazione e la gravità effettiva delle questioni, perché le forze di maggioranza e di governo sono state dominate dalla preoccupazione di sostenere la validità del proprio operato, anche attraverso semplificazioni propagandistiche e comparazioni consolatorie su scala europea? Possibile che da parte delle forze di opposizione, ogni criticità della condizione attuale del paese sia stata ricondotta a omissioni e colpe del governo, della sua guida e della coalizione su cui si regge?" Napolitano ha inoltre parlato della necessità di rilanciare l'economica per non lasciare "l'enorme fardello" del debito pubblico alle giovani generazioni" e della necessità di una efficace lotta all'evasione fiscale: "basta con assuefazioni e debolezze nella lotta a quell'evasione di cui l'Italia ha ancora il triste primato, nonostante apprezzabili ma troppo graduali e parziali risultati. E' una stortura, dal punto di vista economico, legale e morale, divenuta intollerabile, da colpire senza esitare a ricorrere ad alcuno dei mezzi di accertamento e di intervento possibili".

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