L'economia italiana affonda sotto i colpi della speculazione e della congiuntura economica mondiale negativa. Ferma l'industria, "zoppica" l'agricoltura e il terziario, nella sua totalità, perde posti di lavoro e risorse. Nel ritratto a tinte fosche dell'economia italiana il turismo riesce ad essere, nonostante tutto, il settore con i più ampi margini di sviluppo. E' in particolare il turismo culturale a interpretare la parte della "Cenerentola". Il Ministero dei Beni Culturali, infatti, ha diffuso i dati delle presenze e degli incassi dei musei statali nel primo semestre di quest'anno. Dati che necessitano di un'importante riflessione: il patrimonio artistico, storico e culturale italiano continua a creare posti di lavoro, a produrre ricchezza. Da gennaio a giugno sono stati oltre 20 milioni i turisti che hanno visitato i musei statali italiani, quasi 2 milioni in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Quasi 47 milioni di euro gli incassi lordi, circa 4 milioni in più rispetto al primo semestre 2010. Un aumento di ingressi e introiti di circa nove punti percentuali in un solo anno! Difendere, a spada tratta, il patrimonio "culturale" italiano non rappresenta, quindi, una mera operazione di difesa dell'identità nazionale: puntare sulla cultura potrebbe spingere il Bel Paese ad uscire progressivamente dall'empasse economico-sociale nel quale versa, oramai, da quasi un decennio.

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