Le foto cruente non costituiscono una scriminante di cui al diritto di cronaca. A dirlo è la sentenza della Corte di Cassazione n. 17215/2011, con cui la Cassazione ha bandito fotografie riproducenti situazioni drammatiche con immagini di corpi umani martoriati. Tale situazione, che andrebbe ricompresa, secondo gli Ermellini, all'interno del trattamento illecito di dati personali, determinerebbe un danno morale che si ripercuoterebbe non solo sui familiari del soggetto fotografato ma anche sui terzi. Secondo la ricostruzione della vicenda, la terza sezione penale ha emesso la sentenza in merito ad un fatto di cronaca nera avvenuto nel 2003. In breve, la figlia di un noto pregiudicato veniva ferita mortalmente al capo e Massimo Locci, pubblicava le foto del corpo senza vita della donna su un quotidiano locale, nonostante la drammaticità delle foto, per "dovere di verità". La Cassazione ha così confermato la condanna dell'uomo a due mesi e venti giorni di reclusione nonché al risarcimento del danno in favore dei familiari della ragazza per trattamento illecito di dati personali.
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