Spiare i vicini equivale a molestarli. È questo il principio di diritto emerso con la sentenza n. 15450/2011 della quinta sezione penale della Corte di Cassazione con cui un condominio è stato condannato a pagare una multa di 600 euro per il reato di molestie
in quanto dal terrazzo condominiale era solito spiare i suoi vicini. Addirittura, secondo quanto emerge dalla lettura della sentenza di legittimità, i vicini erano costretti a chiudere serrande e finestre, anche di giorni, per evitare gli occhi indiscreti dei suoi vicini. Il vicino però non si limitava a "guardare" ma offendeva le vittime con gesti beffardi con le mani e la bocca. In seguito al ricorso delle vittime con cui il condomino era stato condannato a 600 euro di multa, l'imputato aveva proposto ricorso per la cassazione della sentenza di merito, per dimostrare che il terrazzo condominiale in questione fosse, in realtà, una dimora privata. La Cassazione, rigettando la tesi difensiva e confermando la condanna ai danni dell'uomo ha in proposito spiegato che "la sentenza impugnata, con motivazione incensurabile, ha specificato che la terrazza in questione si trovasse al piano ammezzato fra il primo piano, dove era ubicato l'appartamento delle odierne parti offese ed il secondo piano, dove era ubicato l'appartamento del ricorrente e che ad essa si accedeva attraverso un'apertura del comune vano scale condominiale, sicché la terrazza in questione ben poteva qualificarsi come luogo aperto alla generalità dei condomini".

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