La Commissione Europea si appresta a presentare, come confermato dal Commissario per il Mercato Interno e i Servizi, Michel Barnier, un'importante proposta che, se diventasse legge, rivoluzionerebbe, drasticamente, il sistema "europeo" dei brevetti. L'attenzione della Commissione si è concentrata sulla necessità di rendere più agevole, per i ricercatori dell'Unione, la "protezione" delle proprie invenzioni. La proposta intende, in primis, dare vita ad un vero e proprio brevetto europeo "unitario", ancora inesistente, e cancellare le complesse ed estenuanti procedure attuali. Il prezzo del brevetto scenderebbe da 32.000 a 2.500 euro. La nuova procedura permetterebbe di presentare un brevetto in una delle ventitrè lingue ufficiali dell'Unione Europea
e, una volta approvato, tale brevetto risulterebbe automaticamente "protetto" in tutti i Paesi dell'Unione, senza distinzione di sorta. Il compromesso che permetterebbe di ridurre i costi, annuncia lo stesso Commissario per il Mercato Interno e i Servizi, sarebbe la pubblicazione in solo tre lingue, quelle "lavorative", inglese, francese e tedesco e l'inutilità di pagare spese amministrative separate per ogni Paese nel quale si intende "proteggere" la propria invenzione. Il compromesso sulle lingue di pubblicazione, tuttavia, ha creato dei dissidi fra i Paesi dell'U.E.: l'Italia ha già confermato la decisione di non adottare il nuovo brevetto "unitario" europeo, a scapito, tuttavia, delle imprese e dei ricercatori italiani, sempre meno competitivi, causa burocrazia eccessiva, rispetto ai colleghi euoropei.

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