Le testimonianze degli amici possono fare sciogliere le nozze. Le autorizza la Corte di Cassazione affrontando il caso di una coppia di San Remo, Carlo D.A. e Patrizia T., lei al suo terzo matrimonio, che durante la luna di miele in Costa Azzurra non avevano consumato. Il marito, tornato a casa inviperito per il 'gran rifiuto' della moglie, si era sfogato con due amiche ed ora la Suprema Corte dice che la testimonianza 'de relato', nell'impossibilita' di condurre perizie sulla verginita' della sposa peraltro non piu' vergine, e' legittima 'fonte di prova'. Patrizia, sposatasi con Carlo nel '98, pur essendosi a lui concessa 'ante nuptias', una volta sposata si era negata sin dalla prima notte di nozze. Di qui lo sfogo del marito alle due amiche e la sua contestuale richiesta di scioglimento del matrimonio
civile. A Carlo avevano gia' dato ragione il Tribunale di San Remo e la Corte d'appello di Genova. Ora anche la Suprema Corte (sentenza 2815) ha ammesso le testimonianze degli amici come fonte di prova. Scrive la Prima sezione civile che considerata 'l'ovvia impossibilita' di provare l'inconsumazione, stanti i pregressi rapporti prematrimoniali', e 'l'intuibile difficolta' di reperire prove dirette in una vicenda incidente sulla sfera intima delle persone, legittimamente possono essere valutate le testimonianze 'de relato' provenienti dalla parte di chi chiede lo scioglimento delle nozze'. Anche perche', solitamente , dicono gli 'ermellini', 'destinatari elettivi della vita intima della coppia, sono i parenti piu' prossimi o gli amici piu' stretti'.

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