La Cassazione chiarisce quando una legge possa definirsi scientifica e, in quanto tale, possa essere utilizzata per verificare il nesso di causalità nella responsabilità medica

di Valeria Zeppilli - Nel verificare la sussistenza del nesso causale tra la condotta tenuta del medico e il danno lamentato dal paziente nell'ambito dei giudizi di responsabilità medica, il giudice deve utilizzare delle leggi scientifiche.

Sul punto, la Corte di cassazione, con la sentenza numero 26568/2019 qui sotto allegata, ha tentato di rispondere a una domanda: "A quali condizioni può dirsi che un enunciato abbia valenza di legge scientifica?".

Per i giudici, i requisiti che debbono ricorrere perché possa parlarsi di una legge scientifica sono quattro: la generalità, la controllabilità, il grado di conferma, l'accettazione da parte della comunità scientifica internazionale.

La generalità della legge scientifica

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Partendo dalla generalità, essa sta a significare che i casi osservati non devono coincidere con il campo di applicazione della legge, posto che "Se un'asserzione non affermasse nulla di più di quanto venga affermato dalle sue prove, sarebbe assurdo adoperarla per spiegare o per predire qualcosa che non sia già contenuto nelle prove medesime".

La controllabilità della legge scientifica

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In merito alla controllabilità della legge scientifica, invece, la Corte ha affermato che "Una teoria risulta soddisfacente di fatto (e non solo potenzialmente) se supera i controlli più severi" e, quindi, è indispensabile valutarla alla luce dei controlli osservativi e sperimentali.

Il grado di conferma della legge scientifica

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Per grado di conferma, poi, deve intendersi "un resoconto valutativo dello stato - ad un determinato momento storico - della discussione critica di una teoria, relativamente al suo grado di controllabilità, alla severità dei controlli cui è stata sottoposta e a modo in cui li ha superati".

Sul punto, giungono interessanti spunti di osservazione anche dalla giurisprudenza statunitense che, nella sentenza Daubert richiamata dalla stessa Corte di cassazione, ha ritenuto una teoria scientifica affidabile se è verificabile e sottoposta a tentativi di falsificazione con esito negativo e se se ne conosce il tasso di errore.

Accettazione della legge scientifica

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Infine, vi è l'ultimo requisito che deve caratterizzare una legge scientifica validamente utilizzabile dal giudice: l'accettazione diffusa in seno alla comunità scientifica.

Si tratta del requisito definito dalla Corte come il più pregnante, la cui rilevanza "è tale da segnare il discrimine tra affermazione e negazione del nesso di causalità".

Con un'importante precisazione però: "ai fini della ricostruzione del nesso causale, è utilizzabile anche una legge scientifica che non sia unanimemente riconosciuta, essendo sufficiente il ricorso alle acquisizioni maggiormente accolte o generalmente condivise, attesa la diffusa consapevolezza della relatività e mutabilità delle conoscenze scientifiche".

Scarica pdf sentenza Cassazione numero 26568/2019
Valeria Zeppilli

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