La commissione Vietti consegna lo schema di legge delega al ministro. In arrivo anche novità per l'accesso in magistratura

di Marina Crisafi - Sono pronti i nuovi tagli per gli uffici giudiziari, che interesseranno corti d'appello, tribunali e procure italiane. Ma non solo. In arrivo anche una riforma dell'accesso alla carriera di magistrato, con nuove regole su tirocini, mobilità, preclusioni e conferimenti d'incarichi direttivi. Tutto questo (e altro ancora) prevede il testo consegnato dalla commissione Vietti al ministro della giustizia che ha concluso i lavori assegnati elaborando un articolato schema di legge delega per la riforma dell'ordinamento giudiziario (qui sotto allegato).

Un testo che contiene un ampio pacchetto di proposte che spazia dalla contestata rivisitazione della geografia giudiziaria al restyling dell'ordinamento giudiziario.

Vediamo le principali novità:

Tagli agli uffici giudiziari

Sui tagli rimane confermata la volontà di proseguire nella strada già tracciata dalla fase uno della riforma che, pur avendo "contribuito al generalizzato calo delle pendenze registrato nell'ultimo biennio, oltre che alla complessiva razionalizzazione degli uffici di primo grado con l'integrale soppressione delle sezioni distaccate di tribunale" è ancora migliorabile. La redistribuzione territoriale degli uffici giudiziari, si legge infatti nello schema, "rimarrebbe ineluttabilmente incompleta senza interventi riguardanti gli uffici di secondo grado, ove peraltro si registrano numerosi esempi di inefficienza operativa e intollerabili ritardi nell'erogazione del servizio (incidenti in modo determinante sulla durata complessiva dei giudizi sia civili che penali)", oltre ad una dislocazione fortemente disomogenea degli attuali distretti d'appello italiani (26+ le 3 sezioni distaccate di Bolzano, Sassari e Taranto) con estremi che amministrano oltre 4 milioni di abitanti (è il caso dei 6 distretti di Milano, Roma, Venezia, Napoli, Torino e Bologna) e, all'opposto, 7 distretti che insieme amministrano poco più di 500mila (Potenza, Messina, Sassari, Taranto, Reggio Calabria, Trento e Bolzano).

I criteri dei tagli

Onde per cui, occorre procedere alla riduzione dei distretti di Corte d'appello, su base regionale con accorpamenti tra regioni dove sono presenti ridotti bacini di utenza, alla soppressione delle sezioni distaccate e alla consequenziale, ulteriore, riduzione dei tribunali. D'altronde, si osserva nel testo, a differenza dei tribunali, "la natura del giudizio d'appello ed i servizi erogati dalle Corti e dalle Procure generali rendono assai meno rilevante il parametro della 'distanza' tra la Corte e l'utenza amministrata e dovrebbero, invece, puntare con maggiore decisione sulla qualità e l'efficienza del servizio erogato che, anche per il giudice d'appello, non può prescindere da requisiti dimensionali minimi in grado di garantire l'equa distribuzione dei carichi nazionali e la specializzazione delle funzioni". Senza contare che l'evoluzione telematica dei servizi giudiziari "rende sempre meno rilevante la prossimità territoriale del giudice (sia per il cittadino sia per l'utenza professionale)" facendo emergere invece con evidenza la necessità di correggere le rilevanti "disarmonie" non più giustificabili in un periodo storico caratterizzato "dalla sempre crescente carenza di risorse umane e finanziarie nel settore dei servizi pubblici essenziali". Un risultato ottenibile, dunque, attraverso un mix di ingredienti che vanno dalla popolazione amministrata, all'estensione territoriale, passando per la specificità del territorio, l'indice delle sopravvenienze e dei carichi di lavoro.

Task force dei magistrati

Un valido aiuto per gli uffici in maggiore sofferenza sarà inoltre rappresentato dalla "task force" dei magistrati che potranno essere utilizzati anche in più sedi e per più materie. In merito, sono proposte misure che riguardano la specializzazione dei giudici con la possibilità di realizzare sezioni distrettuali (specializzate appunto in una o più materie), anche non simmetriche sul piano nazionale ma basate sulle esigenze del territorio e dei flussi.

Il restyling delle procure

Contestuale la ristrutturazione delle procure che vedranno scattare maggiori limiti alla discrezionalità del procuratore capo, nell'assegnazione degli affari agli aggiunti (con la previsione di tipologie di reati per i quali i meccanismi di assegnazione saranno automatici e il vincolo della delega al procuratore aggiunto in sua assenza ad altro magistrato per la cura di alcuni settori).

Per contro viene potenziato il ruolo di coordinamento e di vigilanza della procura generale della Cassazione che potrà proporre, previo confronto con i procuratori con riunioni periodiche e l'ok del Csm, linee guida organizzative.

Nuove regole per l'accesso in magistratura

Ad essere revisionata è anche la disciplina per l'accesso in magistratura con la riscrittura delle scuole di specializzazione e la previsione di una forma di accesso diretto per chi ha ottenuto un voto di almeno 28/30 in alcuni esami (come diritto costituzionale, privato, commerciale, penale, ecc.) e un voto di laurea non inferiore a 108/100. Viene inserita anche tra le prove pratiche la redazione di una sentenza.

Quanto alle valutazioni, viene preservata la scansione quadriennale ma vengono introdotti altri elementi come le segnalazioni, provenienti dall'ufficio giudicante o requirente corrispondente e dall'ufficio competente per le impugnazioni. Come primi parametri di valutazione, prerequisiti e dote essenziale che dovranno caratterizzare l'essenza stessa del magistrato, ci sono l'indipendenza e l'equilibrio. In mancanza, a differenza degli altri parametri, il magistrato sarà valutato negativamente. Quanto ai trasferimenti d'ufficio infine viene ammessa una procedura d'urgenza (con garanzia del contraddittorio) e un'applicazione provvisoria per i casi di incompatibilità temporanea.

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