Ad anticiparlo il premier Conte. Arrivano comunque le rassicurazioni del ministro Azzolina sulla validità dell'anno scolastico e sugli esami di maturità
di Gabriella Lax - Coronavirus, scuole chiuse oltre 6 aprile. Quello che era nell'aria, dopo le parole del premier Giuseppe Conte, sta diventando certezza: sarà difficile con l'epidemia in corso che le scuole riaprano oltre al termine del 6 aprile, giorno fino al quale, al momento è stata disposta la sospensione delle lezioni.

Coronavirus, Azzolina: «A scuola quando le condizioni lo consentiranno»

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Sono tanti gli interrogativi ai quali (ma solo in parte) ha cercato di rispondere il ministro all'Istruzione Lucia Azzolina, ieri, nel corso di un'informativa al senato sulla revisione del calendario scolastico in seguito all'esplosione dell'emergenza coronavirus.

«Si tornerà a scuola se e quando, sulla base delle indicazioni degli esperti, le condizioni lo consentiranno». Parole che non danno una risposta concreta: sarà a maggio o direttamente ad inizio nuovo anno 2020/2021? Il ministra ha ricordato che le scuole resteranno chiuse fino al 3 aprile e che il decreto firmato ieri dal governo consente nuove misure restrittive «per periodi non superiori a trenta giorni».

Azzolina garantisce che ministero è già al lavoro per stabilire tutte le misure necessarie «ad intervenire, anche in deroga alle vigenti disposizioni normative, in materia di valutazione intermedia e finale degli studenti; modalità di recupero degli apprendimenti; requisiti di accesso e struttura degli esami di Stato, per il I e II ciclo di Istruzione; ridefinizione del calendario scolastico nazionale e dei calendari regionali, nel rispetto delle prerogative delle Regioni».

Coronavirus, Azzolina: «L'anno scolastico è in salvo»

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Soprattutto però aleggia un certezza: l'anno scolastico resta valido. «Più di tre quarti degli studenti nel mondo sono interessati a questa crisi - ha aggiunto il ministro - L'anno scolastico in corso è salvo, in deroga al limite dei 200 giorni minimi.

Azzolina presenta i dati della didattica a distanza: degli 8,3 milioni studenti a casa, «ne sono stati raggiunti 6,7 milioni». Ed ancora, tra registro elettronico e nuove piattaforme, «il 67% per cento delle scuole si è impegnato e il 48% è riuscito a fare collegio docenti online. Mille assistenti informatici aiuteranno istituti e singoli studenti in difficoltà. Per questa fase emergenziale sono state trovate risorse per 136,7 milioni di euro. Settanta milioni andranno per pc e tablet da destinare a chi ne è sprovvisto, 8,2 milioni per gli animatori digitali».

Coronavirus, come sarà l'esame di maturità

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Sempre il ministro, a proposito degli esami di maturità: «Il mio orientamento è di proporre una commissione formata da soli membri interni, con presidenti esterni. Da un lato, ciò vale a tutelare gli apprendimenti effettivamente acquisiti. Dall'altro, un presidente esterno si fa garante della regolarità dell'intero percorso d'esame».

Coronaviurs, in arrivo due decreti per la scuola

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Per far fronte all'emergenza coronavirus, il decreto "Cura Italia" ha previsto 85 milioni di euro, a cui si aggiungono i 43,5 per la sanificazione delle aule. Serviranno due diversi provvedimenti attuativi, che il ministro Azzolina sta per firmare (poi passeranno al vaglio della corte dei conti) e che, nel giro di una decina di giorni, dovrebbero portare le risorse nelle casse dei singoli istituti scolastici. Ma come saranno distribuiti alle varie scuole i fondi? Per i 43,5 milioni destinati alla pulizia il criterio fondamentale sarà la numerosità della popolazione studentesca. Per la distribuzione degli 85 milioni vincolati alla didattica a distanza di cui 70 milioni per acquistare pc e tablet da tablet da dare in comodato d'uso a studenti e docenti, 10 per l'abbonamento alle piattaforme online e 5 per la formazione del personale scolastico. In questo caso saranno presi in considerazione i livelli di reddito e dei bisogni emersi durante le rilevazioni valide per i test Pisa-Ocse.


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