Corrono i prezzi delle commodities, sui mercati internazionali. La corsa delle quotazioni delle materie prime è sospinta da una serie di cause, tra cui certamente una minore offerta di grano e cereali, dovuta a disastri meteo, che hanno rovinato parte delle coltivazioni in Russia, Cina e Australia, in particolare; ci sono poi fattori geo-politici, quali il crollo dei regimi mediorientali, che rendendo incerto lo scenario futuro, spingono gli operatori ad acquisti speculativi, per cautelarsi dalla crescita dei prezzi, che di fatto viene così anticipata. Ecco che Confagricoltura e Coldiretti, quindi, denunciano l'allargarsi della forbice costi-prezzi, con agricoltori che guadagnano meno e i consumatori che spendono di più, mandando in rovina un intero settore, a causa delle spinte speculative internazionali. C'è poi il Comitato contro le speculazioni e per il risparmio, di cui fanno parte alcune associazioni
in difesa dei consumatori, che prevedono una stangata terribile a carico delle famiglie italiane, pari a 1205 euro per ciascuna famiglia, di cui 915 euro sarebbero spesi in più per la crescita generale dei prezzi e poi ci sarebbe l'incidenza di circa 300 euro in un anno, per la crisi in Libia. Alla pompa, dicono dal Comitato, ogni famiglia dovrà sborsare 90 euro in più per fare rifornimento di carburante e 120 euro sarebbero i maggiori costi indiretti.

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