Filtrano le primissime voci dalla Consulta: pare che la relazione del Prof. Sabino CASSESE sia orientata per la reiezione del ricorso del PM meneghino Dott. Fabio De Pasquale e, quindi, verrebbe affermata la legittimità costituzionale della norma che regola il legittimo impedimento dei Ministri e del Premier a rispondere alle convocazioni nelle aule di giustizia. La formula adottabile dalla Corte sarebbe quella della sentenza interpretativa di rigetto. Verrebbe in tal modo attribuito al giudice il potere di vaglio sulla bontà e sulla serietà del legittimento impedimento addotto di volta in volta, onde scongiurare abusi nell'automatismo derivante dalla carica.
Il plenum della Corte Costituzionale si celebrerà l'11 o il 12 gen '11. E' intuitivo che si tratta di un consesso non compatto, bensì spaccato come ha dimostrato all'evidenza, appena il 10 dic '10, nella successione a Francesco Amirante, l'elezione a Presidente del Prof. Ugo DE SIERVO; si è rasentato per un solo voto l'incidente diplomatico con l'opzione alternativa del candidato Dott. Alfonso QUARANTA, in controtendenza alla prassi della Consulta che privilegia quasi sempre l'anzianità. In tutta franchezza ho provato dispiacere dal fatto che sia trapelata una lacerazione che l'eminente Giudice della Consulta del Canada Frank IACOBUCCI, fautore dell'esigenza esterna, anche simbolica, dell'unanimità, non approverebbe. Intendo affermare che, se in un qualsiasi consesso, si mette ai voti se l'auto di servizio dev'essere una Lancia o un'Audi ed io propendo per la vettura italiana, se poi prevale la maggioranza pro-Audi, la mia opinione si dissolve in quella della maggioranza ed anch'io divengo di conseguenza fautore dell'Audi, la cui linea non mi è mai piaciuta (questione di gusti), ma è come se, dopo il plenum, mi fosse piaciuta anche prima. Ad ogni buon conto, la camera di consiglio della Corte Costituzionale ben potrà capovolgere la proposta del prestigioso Relatore irpino. La camera di consiglio, in cui i Supremi Giudici "si ritirano", è un non-luogo spirituale ove si realizzano eventi prima inspiegabili ed inimmaginabili: il lavoro alla Consulta comincia sempre con una reciproca stretta di mano tra tutti i quindici membri; tale prassi, che si ripete di continuo parossisticamente e che potrebbe apparire vuota equivale a sancire che il vissuto di ciascuno si dissolve nella camera di consiglio, luogo-non luogo di accesi dibattiti che solitamente non lasciano alcuno strascico, pena l'invivibilità gomito a gomito per tanti anni.
Quella stretta di mano iniziale è un simbolo: è la garanzia della disponibilità al confronto ed alla fusione finale delle volontà pur inizialmente contrastanti. In ogni collegio inizialmente parrebbe prendere il sopravvento l'esigenza personale e, dunque, la differenziazione. Ma poi prevale l'esigenza della composizione e del RISPETTO dell'organo fondamentale che si incarna in quel magico frangente. Suprema istituzione non elettiva, la Corte Costituzionale vigila sulla Repubblica; costituisce un argine alla potenziale degenerazione di eventuali maggioranze irresponsabili. E' l'essenza stessa della DEMOCRAZIA. E quando qualcuno accusa la Corte di essere un organo politico, sorrido al cospetto di tanta superficialità: la Consulta non appartiene alla politica, ma ha proprio una funzione spiccatamente POLITICA. Lo richiede l'organizzazione di ogni democrazia compiuta.
E dev'essere, oltre che altamente qualificata, non elettiva proprio in funzione di BILANCIAMENTO con maggioranze ipoteticamente rapaci. Afferrare questi concetti all'apparenza contraddittori non è agevole in un Paese come il nostro in cui si è addirittura caricata sulle spalle dei quindici Giudici la stessa sopravvivenza della legislatura. Il che è un palese travisamento della realtà dal momento che, in caso di declaratoria di illegittimità, residuerebbe pur sempre il ricorso al legittimo impedimento tradizionale. Studio Cataldi augura buon lavoro alla Consulta con un saluto particolare all'esordiente Dott. Giorgio LATTANZI, penalista di grana finissima.
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