Il Governo ha predisposto un disegno di legge per modificare lo Statuto dei lavoratori: dalla legge 300/1970 allo statuto dei lavori, la legge che ha reso effettiva la tutela dei lavoratori, ad un possibile "statuto dei lavori". Secondo quanto si apprende dal comunicato stampa diffuso dal Consiglio dei Ministri, i tempi per discutere dello Statuto dei lavoratori sono maturi perché "l'attuale sistema normativo del diritto del lavoro non soddisfa pienamente nessuna delle due parti del contratto di lavoro. Non i lavoratori che, nel complesso, si sentono oggi più insicuri e precari. Né gli imprenditori ritengono il quadro legale e contrattuale dei rapporti di lavoro coerente con la sfida competitiva imposta dalla globalizzazione e dai nuovi mercati. Anche dopo le recenti innovazioni apportate dalla legge Treu e, più ancora, dalla legge Biagi è palese, e non solo nei settori maggiormente esposti alla competizione internazionale, l'insofferenza verso un corpo normativo sovrabbondante e farraginoso che, pur senza dare vere sicurezze a chi lavora, rallenta inutilmente il dinamismo dei processi produttivi e l'organizzazione del lavoro". Con il disegno di legge delega
il governo mira a modificare lo Statuto dei lavoratori individuando una serie di diritti universali e indisponibili per i lavoratori mentre, nel caso di diritti non tutelati a livello costituzionale, il governo fa sapere che verranno affidati alla contrattazione collettiva sulla base dell'andamento economico dell'impresa e del territorio o settore di riferimento, della tipologia del datore di lavoro, delle caratteristiche del lavoratore (anche in riferimento all'anzianità di servizio, della professionalità e dell'appartenenza a gruppi svantaggiati). Per ulteriori informazioni, clicca sul link correlato sottostante:

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