Proteina nobile da sempre del mondo dell'avvocatura, la mediazione conciliativa dovrebbe essere comunque praticata ogni giorno. Nel mio testo "Il procedimento sommario di cognizione nei sinistri stradali" uscito ai primi di giugno '10 per i tipi di Maggioli ho dedicato una parte rilevante della trattazione proprio a tale istituto: perché? Non soltanto perché una manina (o manona?) maliziosa ebbe la malaugurata idea di infilare ex abrupto nelle direttive imposte dal Decreto Legislativo n°28 del 4 marzo 2010 sulla conciliazione proprio l'infortunistica stradale, idea-guida del libro. Fortunatamente l'argomento della mediazione conciliativa mi ha sempre intrigato e fui in grado in poco tempo di amalgamare i due aspetti, medizione e giudizi attinenti ad eventi della circolazione viaria. Mi ispirò lo studio del virtuoso esempio del Giappone, il cui popolo vanta una millenaria tradizione per propensione naturale alla conciliazione come ho in sintesi descritto nella news del 21 febbraio 2010. E m'ispirò anche una storia che si racconta nei corsi di formazione per conciliatori e che per me è la più calzante di tutte per un approccio corretto alla novità: uno sceicco morì lasciando in eredità
ai suoi tre figli diciannove cammelli, impartendo, però, l'ordine che il primo figlio prendesse la metà degli artiodattili, il secondo un quarto ed il terzo un quinto, con l'ovvia premessa, da fervido amante degli animali (bravo sceicco!), che rimanessero in vita e non fossero salomonicamente macellati. Cominciò una litigata infinita tra i tre eredi che non sapevano proprio come mettersi d'accordo e come uscirne. Senonché, una donna saggia aggiunse il proprio cammello ai diciannove in contestazione permettendo le spartizioni corrette.
Problem solving: al più grande spettarono dieci animali, al mezzano cinque ed al giovane quattro: la saggia ripartì a cavallo del cammello senza lasciar traccia del suo passaggio. Proprio come deve fare il conciliatore professionale, che sblocca l'impasse e scompare. Deve essere il CATALIZZATORE di una reazione chimica di altri elementi che da soli non danno il prodotto finale: ma, attenzione!, negli elementi finali dopo la reazione chimica del catalizzatore non troverete contaminazioni. Il Portale Studio Cataldi, nella sua tradizione di costante ed assidua attenzione all'evoluzione delle questioni nel loro pratico evolversi, apporterà sin dai prossimi giorni una serie di contributi sulla materia di cogente attualità. Si partirà dal Regolamento (D.M. n.180/2010) recante la determinazione dei criteri e delle modalità di iscrizione e tenuta del registro degli organismi di mediazione e dell'elenco dei formatori per la mediazione, nonchè l'approvazione delle indennita' spettanti agli organismi, ai sensi dell'articolo 16. Il decreto ministeriale appena citato ha disciplinato in un unico contesto ogni aspetto attinente le qualità dei mediatori, degli organismi di conciliazione e dei formatori. La mediazione conciliativa, dunque, parte ed è una scelta avviata ed attuata dal legislatore.
Si tratteranno, poi, i vari aspetti vantaggiosi, i crediti d'imposta, gli obblighi per gli avvocati, le funzioni del conciliatore professionista e le restanti forme di definizione compositiva delle controversie. L'impegno congiunto che si richiede a tutti i protagonisti è forte: riappropriarsi di un ruolo, di una responsabilità pubblica con l'offerta di una Giustizia alternativa, complementare e sussidiaria che funzioni. Mi sono fatto la convinzione che il buon avvocato sa bene che il cliente soddisfatto ritorna e farà pure proselitismo. Ed il cliente è soddisfatto quando la soluzione al problema perviene in tempi ragionevoli. Sì, la conciliazione può essere utile per la nostra professione; lo conferma la stragrande maggioranza dei legali statunitensi che utilizza con assiduità la procedura (proprietà lessicale, mi raccomando: mai procedimento). A patto di non chiamarla con l'abominevole termine di "mediaconciliazione"! Ci scrive argutamente l'8 nov '10 Anna BUONOCORE: "l'analisi del linguaggio trovo sia esercizio di civiltà e chiarezza e il termine "mediaconciliazione" è decisamente parto infelice e bizzarro. Mi ha fatto venire in mente una figura futurista, veloce e concreta che si presenta a mediare senza compromessi e senza soluzioni diverse da quella prevista in alto... chissà in quale cielo. Prevale la conciliazione, il media è solo veloce premessa o "spicciati a tacere e farla finita". Cordialmente Anna B. Grazie alla lettrice affezionata e grazie a quanti utilizzeranno il form qui in calce per pensieri e proposte. Io annoterei: come si mette in pratica la mediazione multiparte in casi di responsabilità sanitaria? E' irrealizzabile come ritengo io, forse a torto, o no?
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alla materia della responsabilità civile
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