La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20093 del 26 maggio 2010, ha radicalmente invertito il proprio orientamento in tema di confisca
La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20093 del 26 maggio 2010, ha radicalmente invertito il proprio orientamento in tema di confisca ed ha escluso che si possa applicare la misura in esame se il veicolo appartiene a persona estranea al reato. Ha ritenuto che non possa essere sequestrata l'auto aziendale anche se il conducente è colto alla giuda in stato di ebbrezza. Sulla base di questo assunto la Suprema Corte ha così annullato il provvedimento restrittivo adottato dal Tribunale del riesame di Vicenza con il quale era stata disposta la confisca del veicolo condotto dal legale rappresentante della società intestataria del veicolo sottoposto a confisca. Per i giudici di legittimità il carattere afflittivo della confisca, che trascende le esigenze di sicurezza, sarebbe incompatibile con l'applicazione della misura in parola alla luce dei principi di legalità, personalità e responsabilità che caratterizzano le sanzioni penali. Con la precedente sentenza
n. 10688 del 18 marzo 2010, invece, i giudici di legittimità avevano riconosciuto la legittimità del sequestro dell'auto guidata sotto gli effetti dell'alcool anche se non appartenente al guidatore ma utilizzata in leasing. Nel caso di specie il Supremo collegio affermò che, nell'ipotesi del leasing, il bene anche se non è di proprietà appartiene al soggetto al quale è stata attribuita la materiale disponibilità del bene stesso.

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