Artisti di strada? E' giusto che vengano ricompensati per le loro prestazioni. Lo afferma la Corte di Cassazione che si è occupata della vicenda relativa a tre centurioni romani che i giudici di merito avevano condannato per rapina ai danni di una ocppia di turisti. I due, incuriositi dai costumi, avevo chiesto di farsi fotografare insieme. Subito dopo i tre centurioni avevano bloccato il braccio di uno dei turisti, gli aveva sfilato 50 euro e poi gli avevano dato il resto di 25. Sia il Tribunale sia la Corte d'Appello emettevano verdetto di condanna ma ora la Cassazione si è propnunciata in modo diametralmente opposto. Piazza Cavour (II Sezione penale sentenza
n. 4819/2010) fa notare che "la restituzione del resto da parte dei centurioni e' assolutamente incompatibile con l'intenzione di compiere una rapina ovvero un'estorsione poiche' la restituzione del resto lega l'agente ad una precisa prestazione che egli riteneva a lui dovuta in virtu' di un preteso diritto". In ogni caso, spiega la Corte i precedenti giudici nel condannare i tre centurioni hanno "trascurato un aspetto fondamentale della vicenda consistente nel fatto che i due turisti apparivano divertiti: circostanza che dimostra come essi non fossero stati costretti a fare la foto con i centurioni ma avevano accettato di buon grado la situazione". Altre informazioni du questa sentenza. Secondo la Suprema Corte una simile circostanza è "rilevante" al fine di emettere una sentenza
di assoluzione. E' noto, infatti, "come sia consuetudine compensare in qualche modo anche con mance le prestazioni dei soggetti operanti nei luoghi di forte affluenza turistica (giocolieri, musicisti, comparse) sicche' non puo' ritenersi che i due turisti ritenessero di non dovere alcunche'". Alla luce di queste considerazioni la Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata perche' oltre tutto l'azione penale non poteva essere iniziata per mancanza di querela. In ogni caso se anche denuncia ci fosse stata nei confronti dei centurioni si doveva tuttalpiu' procedere per esercizio arbitrario delle proprie ragioni e non per rapina.

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