Tornando ad occuparsi delle coppie di fatto, la Corte di Cassazione ha chiarito che la loro assimilabilità con le coppie sposate non è cosa automatica. Questo perchè - spiega la Corte - il rapporto di convivenza può cessare liberamente e in qualsiasi istante. Si tratta di una differenza che diventa rilevante in taluni casi come quelli relativo alla non punibilità in materia di reati contro il patrimonio. La precisazione arriva dalla seconda sezione penale della Corte che ha ribaltato il verdetto dei giudici di merito che avevano stabilito il 'non luogo a procedere' in forza dell'art. 649 c.p. per un convivente accusato di aver sottratto alla compagna degli assegni bancari. Nella parte motiva della sentenza
(n. 44047/2009) gli Ermellini hanno richiamato una decisione della Consulta del 1988 secondo cui "la convivenza 'more uxorio' non e' sempre e comunque meccanicamente assimilabile al rapporto di coniugio, mancando in essa i caratteri di certezza e di tendenziale stabilita' propri del vincolo coniugale, essendo invece basata sull'affectio quotidiana, liberamente e in ogni istante revocabile". I giudici di Piazza Cavour hanno così chiarito che la causa di non punibilita' in tema di reati contro il patrimonio puo' essere applicata nei rapporti "incontrovertibili e agevolmente riscontrabili in sede di risultanze anagrafiche, anche riguardo all'epoca di loro instaurazione, il che non sempre avviene nella convivenza more uxorio, il cui accertamento in punto di fatto e' normalmente rimesso alla dichiarazione degli stessi interessati".
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