Roma, 24 lug. - (Adnkronos) - L'impiegato che in ufficio fa il 'lumacone' con le colleghe ed e' abituato ad avere un approccio fisico con loro toccandole non rischia una condanna se nel suo comportamento non c'e' 'ebbrezza sessuale'. Lo dice la Cassazione nel respingere il ricorso della Procura di Bologna contro l'assoluzione dal reato di violenza sessuale accordata ad un impiegato residente a Ferrara, Kadri O., che era solito fare scherzi alle colleghe toccandole. Per la Suprema Corte il comportamento dell'impiegato e' 'di certo poco raffinato' ma non censurabile in quanto nel suo comportamento non c'era l'intenzione di 'soddisfare la propria libido'. Di diverso avviso era stato il Tribunale di Ferrara che, il 17 maggio del '99, aveva condannato Kadri O. ad un anno e due mesi di reclusione per violenza sessuale
anche se poi la pena era stata sospesa. L'assoluzione dell'impiegato maneggione era arrivata il 28 novembre del 2008 dalla Corte d'Appello di Bologna. Contro tanta tolleranza la Procura del capoluogo emiliano ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo che Kadri O. doveva essere condannato per violenza sessuale. La terza sezione penale (sentenza 30969) ha bocciato il ricorso della Procura e ha evidenziato che 'la parte offesa ha riconosciuto che l'impiegato era solito praticare degli scherzi, anche se di cattivo gusto, toccando le colleghe di lavoro'. Un comportamento, dice la Suprema Corte, 'di certo poco raffinato' e caratterizzato da 'abitualita''. Tuttavia, concede la Cassazione, legittimamente il dipendente e' stato assolto in quanto nel suo atteggiamento 'non si poteva ravvisare l'elemento soggettivo caratterizzante il reato contestato', essendo necessaria per una condanna per violenza 'l'espressione nell'agente di ebbrezza sessuale'. Cosa non avvenuta nel caso in questione in quanto Kadri O. 'nel toccare la collega di lavoro non ha inteso soddisfare la propria libido'.

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