La Cassazione interviene per mettere un freno alle assunzioni di favore delle mogli degli assessori. Il monito della Corte è chiaro e inequivocabile: gli assessori debbono astenersi dal proporre l'assunzione delle proprie consorti al loro assessorato perchè, anche nel caso in cui l'assunzione non si verichi, si rischia una condanna per tentato abuso d'ufficio. D'ora in avanti dunque sarà necessario rispettare l'obbligo di astensione. L'avvertimento arriva dalla sesta sezione penale della Corte che con sentenza n. 26617/2009 ha ribaltato il verdetto dei giudici di merito che avevano in precedenza assolto un assessore accusato di aver proposto sua moglie come segretaria particolare del suo assessorato. Considerato che la donna non era stata poi assunta il GUP aveva ritenuto di dover prosciogliere l'imputato
mancando la prova "dell'ingiustizia del vantaggio patrimoniale perseguito". La Procura ricorrendo in Cassazione ha sottolineato che in tal caso si deve configurare il tentativo di abuso d'ufficio che sussiste anche se non si realizza il vantaggio patrimoniale. Secondo la Procura si sarebbe trattato di una "assunzione di favore effettuata in violazione della disposizione che impone agli assessori l'obbligo di astenersi". Accogliendo il ricorso la Corte ha rinviato il caso al Tribunale ricordando che "perche' si realizzi un tentativo" di abuso d'ufficio "e' necessario che la condotta posta in essere sia in violazione di norme di legge o di regolamento ovvero, come nel caso di specie, del dovere di astensione".

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