Uno spot via internet che da consigli sulla coltivazione di semi di canapa indiana costituisce reato di istigazione all'uso di stupefacenti. Lo afferma la Corte di Cassazione affermando che se la vendita di semi di canapa indiana di per se' non sarebbe punibile penalmente, lo diventa il far pubblicita' alla 'vendita di semi di canapa e degli accessori idonei alla coltivazione di piante'. Il principio è stato enunciato dalla quarta sezione penale della Corte (sentenza 23903/2009) che ha ricordato che il reato di istigazione al consumo di sostanza stupefacente si configura anche nell'attivita' 'in cui si forniscono agli acquirenti [...]dettagliate informazioni circa le modalita' di coltivazione dei semi di canapa indiana, al fine di far si' che si ottengano piante idonee a soddisfare la richiesta di stupefacente, nonche' circa i mezzi strumentali idonei alla coltivazione ottimale dei semi'. In sostanza per evitare la punibilità "e' necessario che non si ponga in essere alcuna attivita' aggiuntiva che concretizzi l'istigazione alla vendita
e all'uso dei semi finalizzati alla coltivazione di essi in modo da ottenere piante idonee a produrre sostanze stupefacenti'.
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