Il parlamento ha approvato la Legge 15/2009 con cui il Governo viene delegato ad "ottimizzare" la produttività del lavoro pubblico che rappresenta una tappa fondamentale dell'azione intrapresa dal ministro Brunetta finalizzata a formare una pubblica amministrazione più moderna ed efficiente, finalmente liberata dalla piaga dei "fannulloni". Al di là dello slogan che l'ha accompagnata, si tratta in realtà di una legge dal contenuto molto ampio, che disegna una profonda riforma, o per meglio dire una "controriforma", della disciplina del lavoro pubblico. L'uso del termine "controriforma" - si badi - non vuole esprimere un giudizio negativo (non è certo questa la sede per valutare la bontà o meno di questo intervento legislativo, che del resto al momento è incompiuto, in attesa dei decreti delegati), ma si riferisce semplicemente ad un dato di fatto: questa legge compie scelte contrarie all'evoluzione che la disciplina ha avuto negli ultimi tre lustri circa, per quanto attiene al rapporto tra legge e contrattazione collettiva (come si dirà tra breve). Il Dott. Antonio Aurilio (Docente a contratto di Diritto del Lavoro nell'Università di Roma "La Sapienza) la illustra sinteticamente in un articolo pubblicato su lavoroedititto.it.
Il testo integrale è disponibile qui.
Avv. Giuseppe Leotta - lavoroediritto.it

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