La Seconda Sezione Civile della Corte di Cassazione (Sent. 15814/2008) ha stabilito che non possono essere considerate stragiudiziali (e quindi compensate separatamente da quelle giudiziali) le spese che gli avvocati sostengono per attività professionali In particolare, i Giudici della Corte hanno precisato che "in tema di compensi professionali degli avvocati non possono essere considerate come stragiudiziali, ed essere perciò compensate separatamente da quelle giudiziali, quelle attività professionali che, sebbene non esplicate davanti al giudice, siano tuttavia con quelle giudiziali strettamente connesse e a esse complementari in quanto intese all'introduzione e svolgimento del procedimento giudiziale anche se svolte al di fuori di esso, così da costituirne il naturale completamento; a maggior ragione ove la natura giudiziale della prestazione, derivi dallo stesso tenore della tariffa giudiziale professionale ogni volta che la prestazione stessa sia in essa esplicitamente prevista".
Nel caso di specie, i Giudici hanno precisato che "l'applicazione di tali principi al caso di specie la stessa corte ha, poi, correttamente motivato evidenziando come faccia parte dell'impegno professionale dell'Avvocato l'attività di reperimento di documenti e beni, in quanto costitutivi della materia-base sulla quale innestare l'attività più propriamente giuridica, tanto che tale ricerca è espressamente prevista in autonoma voce dalla tariffa professionale quale attività specificamente compensata; evidenziando altresì, a completamento della motivazione, come l'istante non avesse dimostrato, documentandolo, d'aver affrontato spese, queste sì eventualmente rimborsabili, per l'espletamento delle indagini in questione". Con questa decisione la Corte ha deciso il caso di un avvocato che aveva richiesto la liquidazione per prestazioni stragiudiziali attinenti a attività investigativa intesa al rinvenimento di alcuni conti correnti bancari.

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