I clandestini possono essere espulsi anche se i controlli a domicilio delle forze dell'ordine vengono effettuati, nel corso di indagine, senza un regolare mandato. E' quanto afferma la Corte di Cassazione (Prima sezione civile, sentenza 13863/2008). I Giudici del Palazzaccio spiegano che gli accertamenti svolti dalla Polizia Giudiziaria nel corso del "compimento di indagini" non violano le norme sul domicilio anche se avvengono senza mandato di perquisizione. Il caso esaminato dalla Corte riguarda un clandestino sorpreso dalla polizia, durante un controllo domiciliare, senza documentazione di soggiorno. L'immigrato era stato espulso dal Prefetto, ma l'espulsione era stata annullata dal Giudice di Pace
sulla base del rilievo che il controllo della polizia era avvenuto senza un mandato e "in violazione delle norme sul domicilio". Ricorrendo in Cassazione la Prefettura ha avuto ragione. La Corte infatti ha rinviato il caso al giudice di Pace che dovra' attenersi al principio secondo il quale "nell'ipotesi in cui si controverta sulla validita' di una espulsione, non assume alcuna rilevanza il fatto che la incontestata condizione di irregolare presenza dello straniero nel territorio nazionale sia stata accertata dalla Polizia Giudiziaria nel corso di un controllo domiciliare effettuato per il compimento di indagini e che non sia stato assistito dai requisiti e dalle condizioni previste dal codice di procedura penale per il relativo accesso".

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