Il noto quotidiano repubbblica.it ha pubblicato un servizio che raccoglie varie testimonianze sul comportamento degli impiegati della Corte di Cassazione. L'inchiesta curata da Repubblica TV si è svolta con l'ausilio di tre telecamere piazzate davanti al Palazzaccio, 'due esterne' e una 'fatta entrare tranquillamente dall'ingresso degli avvocati, senza metal detector, sotto gli occhi dei carabinieri'. 'La scena - si spiega nel servizio - e' quella dell'imponente ingresso della Corte di Cassazione, il "Palazzaccio" di Piazza Cavour, a Roma. Tra le 7.30 e le 9.30 del mattino di un giorno feriale. I dipendenti salgono la scalinata. Alcuni scompaiono dietro la vetrata: hanno iniziato la loro giornata di lavoro. Altri accostano, lasciano l'auto con le doppie frecce lampeggianti, riescono dopo tre minuti e risalgono in auto. Cosa e' successo? La telecamera non lascia dubbi: hanno passato il badge nell'apparecchio'. Secondo quanto documentato dal servizio di 'Repubblica Tv', gli impiegati 'si assentano spesso dal lavoro dopo aver passato il badge nelle macchinette dell'ingresso. Per andare a parcheggiare, per portare il figlio a scuola o per un caffe''. Il servizio denuncia anche le anomalie di un apparato che 'non brilla per efficienza: per una sentenza
bisogna aspettare 38 mesi, secondo i dati della Relazione sulla Giustizia del 2007. E il lavoro si accumula: alla fine del 2007 le pendenze erano 102mila e 500, 1.700 in piu' che all'inizio dell'anno. E la lentezza della giustizia la paghiamo tutti: 41 milioni e mezzo di euro di risarcimenti in 7 anni per 'i tempi non ragionevoli' dei processi'.

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