Anche il semplice lancio di un petardo allo stadio può far scattare le manette. Lo afferma la Corte di Cassazione. E non importa se il lancio avviene in una zona "non particolarmente frequentata", per i Giudici del palazzaccio i petardi sono come delle bombe e creano "pericolo per le persone". E' stato così accolto il ricorso della procura di Napoli che si era opposta alla revoca della custodia cautelare in carcere nei confronti di alcuni tifosi che avevano lanciato "alcuni grossi petardi esplosivi nello stadio San Paolo durante l'incontro di calcio tra le squadre di Napoli e di Frosinone il 2 dicembre del 2006". Il Tribunale non aveva convalidato la custodia in carcere per il reato di danneggiamento
seguito da incendio nei confronti dei tifosi perché "i petardi non sono assimilabili ne' a bombe, ne' a materie esplodenti" e perché non ricorreva la "finalita' terroristica, ne' quella di attentato all'ordine e alla sicurezza pubblica". La Procura si è però rivolta alla Cassazoine sostenendo che anche i petardi devono essere inclusi tra le "materie esplodenti" che ingenerano panico tra la gente e che, in base all'art. 6-bis della legge 401 dell'89, e' prevista la custodia in carcare. La Corte accogliendo il ricorso ha rinviato il caso al Tribunale di Napoli, che dovra' ora rivedere la posizione degli indagati, tenendo conto del fatto che "il lancio reiterato all'interno dello stadio e in concomitanza della competizione spotiva, di grossi petardi ragionevolmente " crea situazioni di "pericolo per le persone".

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