La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione (Sent. 15543/2008) ha stabilito che la convivenza senza matrimonio non integra gli estremi del fatto ingiusto. Gli Ermellini hanno infatti precisato che il comportamento dei giovani "è ormai comunemente accettato a tutti i livelli sociali e non può ritenersi contrario a norme giuridiche o a regole, condivise dalla collettività, etiche, sociali o di costume". Con questa decisione la Corte ha rigettato il ricorso proposto dai genitori di una ragazza "rei" di aver commesso il reato di danneggiamento, di tentata violenza di domicilio e di tentata violenza privata per costringere la figlia ad uscire dall'abitazione in cui era a convivere con il fidanzato.

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