La Corte di Cassazione ha confermato la condanna di una anziana signora di 93 anni per le offesse dirette ad una sua vicina di casa alla quale aveva detto che la sua casa era un "budello, luogo di appuntamenti", dandole della "prostituta". In primo grado il Giudice di Pace aveva assolto l'anziana donna perché a suo giudizio una "vecchietta novantenne" con quelle espressioni non poteva avere "scalfito la reputazione della parte offesa, una dinamica professoressa". In appello però l'anziana donna veniva condannata per quelle offese ritenute ingiustificate. Inutile il ricorso in Cassazione. La Corte ha evidenziato che "lo stato di anziana" non rende affatto immuni dalla condanna se si offende il prossimo. La difesa della novantatreenne aveva sostenuto che la donna doveva essere assolta e che data l'età non si poteva comprendere quell'accanimento della querelante verso una anziana indifesa. I Giudici del Palazzaccio hanno però sottolineato che l'anziana aveva comunque espresso "giudizi di lampante e tipica offensivita'" ed ha aggiunto che la stessa non doveva essere una persona tanto "indifesa, avendo tutelato i suoi diritti anche in Cassazione".

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