L'emissione di un assegno postdatato è sanzionata come illecito amministrativo dopo la depenalizzazione intervenuta con il DL n. 507/1999, tuttavia può comunque essere impiegato come mezzo per commettere reati

Assegno post datato: cos'è

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L'assegno postdadato è quello che riporta una data di emissione futura rispetto alla data effettiva. Fino a più di un ventennio fa l'emissione di un assegno postdatato integrava una condotta penalmente rilevante. Dopo l'entrata in vigore del decreto legge n. 507/99 questo comportamento non configura più un reato penale, ma una condotta sanzionabile amministrativamente per l'evasione dell'imposta di bollo (D.P.R. 642/72).

Questo perché l'assegno postdatato viene utilizzato impropriamente, come se fosse una cambiale, che però al momento della sua emissione è soggetta all'imposta di bollo, che invece con l'assegno postdatato si risparmia. Peccato però che con questa condotta si evade il fisco e si commette comunque un illecito.

Conseguenze della post-datazione

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Della postdatazione dell'assegno bancario si occupa anche il R.D. 21 dicembre 1933, n. 1736, che contiene disposizioni sull'assegno bancario e circolari e altri titoli di credito, il cui art. 31 recita testualmente: "L'assegno bancario è pagabile a vista. Ogni contraria disposizione si ha per non scritta. L'assegno bancario presentato al pagamento prima del giorno indicato come data di emissione è pagabile nel giorno di presentazione."

La data successiva (postdatazione) non conduce alla nullità dell'assegno bancario, ma solo del relativo patto tra le parti, per la contrarietà a norme imperative poste a tutela della buona fede e della regolare circolazione dei titoli di credito.

Il titolo resta valido, tanto che se l'assegno che riporta una data posteriore rispetto a quella in cui l'assegno viene presentato per l'incasso la banca lo pagherà, previa regolarizzazione, consistente nel pagamento dell'imposta di bollo del 12 per mille dell'importo dell'assegno, onere previsto, come anticipato, per l'emissione delle cambiali.

Ricevere un assegno bancario postdatato in pagamento presenta l'eventuale svantaggio di essere "scoperto". Non è infatti difficile che il debitore svuoti il conto prima della data dell'incasso dell'assegno posdatato.

In ogni caso, chi emette un assegno bancario posdatato non potrà farla franca. Le banca a cui viene presentato un assegno bancario con data posteriore segnalerà infatti l'episodio al Prefetto che, dopo aver valutato tutti i vari elementi del caso specifico, determinerà la sanzione applicabile, sempre che l'assegno sia risultato coperto.

In caso contrario infatti si aprirà la procedura del protesto, con l'obbligo di provvedere al pagamento dell'assegno entro un certo termine, se non si vuole rischiare la revoca dell'autorizzazione all'emissione degli assegni.

Assegno postdatato: conseguenze penali

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Se emettere un assegno post-datato non è più condotta penalmente rilevante, questo non significa che l'emissione di assegni post-datati non possa essere il mezzo per commettere reati. Vediamo a questo proposito come si è espressa di recente la Corte di Cassazione.

Reato di usura e assegni postdatati

La Cassazione n. 25587/2022 ad esempio ha ritenuto integrato il reato di usura di cui all'art. 644 c.p che punisce chi si fa dare o promettere sotto qualsiasi forma, per se stesso o per altri, in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra utilità, interessi o altri vantaggi usurari, in quanto nel caso di specie le "risultanze degli accertamenti bancari effettuati (...) avevano consentito di rinvenire l'emissione da parte della persona offesa a favore dell'imputato, di due assegni post-datati per la somma di 6.000 euro ciascuno, con scadenze al 27/10 e 27/11 in adempimento dell'accordo pattuito. I due titoli, infatti, sia per l'entità della somma, sia per il beneficiario, sia per le scadenze (ad un mese e a due mesi dal momento del prestito), riscontrano pienamente il narrato della persona offesa, nonché le dichiarazioni dello stesso imputato, registrate e trascritte in atti, in ordine all'operazione economica incriminata ed al carattere usuraio della stessa.

Anche nella sentenza n. 33500/2021 la Cassazione conclude per la commissione del reato di usura da parte di un gestore di un'agenzia di cambio valute a cui si rivolgevano anche giocatori di un casino' ai quali consegnavano il denaro necessario per le giocate in cambio di "assegni bancari sovente privi di data o postdatati in quanto privi di copertura al momento della emissione, con la promessa che sarebbero stati posti all'incasso solo quando vi sarebbe stata provvista sufficiente, così trasformando l'assegno da mezzo di pagamento -a pronti- in strumento per l'ottenimento di uno sconto su titoli od un finanziamento a breve termine effettuato da intermediari non bancari con la pattuizione di interessi usurari."

Reato di truffa con assegni post datati

La Cassazione, con l'ordinanza n. 37239/2921 ha dichiarato inammissibile il ricorso di due imputate, ritenute responsabili di aver commesso in coso il reato di truffa di cui all'art. 640 c.p in quanto gli argomenti delle ricorrenti, ossia che nel caso di specie "- trattasi di inadempimento civilistico avendo le imputate pagato con assegni post-datati non andati a buon fine - non si confrontano con l'ampia motivazione dei giudici del merito con la quale si illustrano i raggiri (telefonata introduttiva del ricco imprenditore, consegna di copia dei documenti di identità, rassicurazioni sul buon esito dei titoli, successiva irreperibilità".

Avv. Onofrio Musco (avvocatomusco@libero.it)
Studio Legale Campanale Bisceglie (Ba)


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