Il rapporto medico paziente si è decisamente trasformato nel corso degli ultimi anni. Oggi i cittadini sono sempre più consapevoli e informati e, per questo, vogliono essere parte attiva delle decisioni che riguardano la loro salute. Questo atteggiamento però non è ben sopportato dai camici bianchi che lo vedono come una intromissione nell'esercizio delle loro professione. E' quanto rileva il 41esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, diffuso oggi. Si legge nel documento: "Si registra da un lato il disagio dei medici, che guardano con preoccupazione alle istanze di autonomia decisionale dei pazienti e denunciano spesso una frustrazione per lo svilimento della propria professione che si mescola a desideri malcelati di fughe all'indietro e alla nostalgia per scenari passati in cui il sapere dell'unico 'vero' esperto della salute era indiscutibile (come emerso dalle indagini qualitative del Censis-Forum BM del 2007). Dall'altro quello dei pazienti stessi che valutano con crescente preoccupazione l'eventualita' di errori sanitari". Il 97% degli italiani, sottolinea il Censis, ritiene che "gli errori sanitari rappresentino un problema molto o abbastanza importante nel Paese.
Un dato particolarmente significativo, specie se confrontato con la media dei 25 Paesi della Ue, pari al 78%, e ancor piu' sintomatico di un disagio fondamentalmente culturale laddove si osserva che l'esperienza, diretta o indiretta, di errori medici non risulta piu' alta in Italia che nel resto dell'Europa a 25 (e' il 18% degli italiani intervistati, pari alla media europea, a sottolineare di aver subito in famiglia un grave errore medico durante un ricovero ospedaliero)". Il rapporto prosegue evidenziando la necessità di una riformulazione dei ruoli, in cui "la centralita' e l'insostituibilita' del sapere del medico deve necessariamente riuscire a declinarsi con il diritto dei pazienti a conoscere e condividere le scelte terapeutiche".

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