Come di consuetudine gli imprenditori e le associazioni di categoria puntualmente ogni anno sollecitano il Governo ad aumentare le quote di ingresso in Italia a favore dell'ingresso in Italia dei cittadini stranieri allo scopo di sopperire alla forte carenza di manodopera che caratterizza il mercato del lavoro della nostra penisola. D'altro canto, si registra che non sempre gli imprenditori formalizzazno attraverso l'istituto della assunzione il rapporto di lavoro con il lavoratore straniero. Sovente accade, che i datori di lavoro per molteplici motivi preferiscono non instaurare il rapporto di lavoro con il lavoratore straniero richiesto. Una delle motivazioni più diffuse, sembrerebbe, risiedere nei tempi eccessivamente lunghi nel rilascio da parte degli sportelli unici per l'immigrazione
del nulla osta al lavoro. In effetti un datore di lavoro che ha un familiare allettato che necessita urgentemente di una badante non può attendere oltre un anno che gli venga concesso il nulla osta. Stessa cosa dicasi per un imprenditore che necessita di un operaio da inserire con urgenza nei cicli produttivi della sua azienda. A prescindere da questi casi limiti, si registrano altri motivi che non danno luogo alla assunzione del lavoratore. Basti pensare a quelle situazione che hanno a che fare con il lavoro nero e che sovente vengono smantellati grazie alla professionalità degli organi ispettivi delle direzioni provinciali del lavoro. Si tratta di quei casi in cui il cittadino straniero è già irregolarmente presente nel territorio nazionale e lavora irregolarmente alle dipendenze di un datore di lavoro non ligio alla legge. Da sottolineare che la fattispecie in questione si configura quale reato penale cosi'come novellato dall'art. 22 c.12 del Dlgs n.286/1998.
Ministero dell'Interno, circolare 20.8.2007 - Approfondimento di Marco Ferrone

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