Il quotidiano "La Repubblica" in dossier - inchiesta ha evidenziato una serie di inefficienze relative ai procedimenti dei processi per direttissima. Secondo il noto quotidiano, nella maggior parte dei casi, gli arrestati tornano in libertà e, per di più, chiedono il gratuito patrocinio a spese dello Stato con la conseguenza che in questo modo "la collettività paga due volte". "E' sufficiente dichiarare che il proprio reddito annuo non supera i 9.732,84 euro fermo restando il diritto a scegliere il proprio avvocato di fiducia. E nessuno controlla davvero. Un modulo, una firma e si passa oltre. Il sistema processa un esercito di dichiarati nullatenenti".
"I processi per direttissima - si legge nel dossier - sono il secchiello bucato con cui l'amministrazione della giustizia si sveglia al mattino per svuotare il mare. Perchè l'ingresso nell'ingranaggio penale del reo confesso o arrestato in flagranza condivide con il resto del sistema la sua irragionevolezza ed inefficienza".
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