Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione (Sent. n. 22216/2006) hanno stabilito che l'immigrato clandestino che deve accudire i figli non può essere espulso. Con questa decisione la Corte, accogliendo il ricorso di un cittadino marocchino che era stato raggiunto da un provvedimento di espulsione emesso dal Prefetto, ha precisato che il provvedimento di proroga della permanenza dello straniero in Italia "ha ad oggetto non già un interesse generico del minore, ma un interesse specifico e pressante che va tutelato, se esistente, anche in deroga alle disposizioni in materia di immigrazione ancorché per un periodo determinato". I Giudici hanno poi evidenziato come "l'autorizzazione alla permanenza del ricorrente in territorio italiano non è stata fondata sulla mera constatazione della presenza in Italia di una figura in tenera età, bensì sull'accertamento concreto del grave pregiudizio che alla minire sarebbe derivato dalla perdita improvvisa della figura paterna per effetto della sua espulsione".
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