La Cassazione (Sent. 46783/2005), è tornata sul delicato tema delle discriminazioni razziali e ha stabilito che è razzista chi, in un bar, si rifiuta di servire il caffè a clienti extracomunitari
La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione (Sent. 46783/2005), è tornata sul delicato tema delle discriminazioni razziali e ha stabilito che è razzista chi, in un bar, si rifiuta di servire il caffè a clienti extracomunitari. I Giudici hanno chiarito che la discriminazione razziale è ravvisabile in atti, individuali o collettivi, di incitamento all'offesa della dignità di persone di diversa razza, etnia o religione, ovvero in comportamenti di effettiva offesa di tali persone, consistenti in parole, gesti e forme di violenza ispirati in modo univoco da intolleranza e che tra gli atti di discriminazione, deve essere inserito anche il comportamento di colui il quale imponga condizioni più svantaggiose o si rifiuti di fornire a uno straniero beni o servizi offerti al pubblico. Con questa decisione i Giudici della Corte hanno confermato la Sentenza a un barista che si rifiutava sistematicamente di servire consumazioni a nordafricani.

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