La ricetta della ministra Fedeli per investire sul futuro dell'istruzione del Paese

di Gabriella Lax - Portare l'obbligo scolastico fino a 18 anni. Questa la ricetta salvifica per l'economia del Paese, e non solo, portata dalla ministra all'istruzione Valeria Fedeli al Meeting di Rimini. Per lo sviluppo i punti fermi sono "diritto al lavoro e all'istruzione, che sta alle radici della libertà delle persone e della società. In questo modo, investendo sul futuro, una collettività ritrova fiducia e raddoppia la propria forza". L'obbligo scolastico, dopo il 2003, in Italia è stabilito fino ai 16 anni, con un generico proposito di estenderlo fino ai 18 anni. Ma finora la riforma non è stata completata e il nostro Paese con soli otto anni di obbligo scolastico è più indietro rispetto ai 9 o dieci previsti negli altri stati. Al momento una fase di sperimentazione è in atto in 100 classi di altrettanti licei.

L'obbligo scolastico a 18 anni per la crescita e il benessere

La Fedeli ci crede fermamente. "Sarei per portare l'obbligo scolastico fino a diciotto anni perché un'economia come la nostra, che mira a crescita e benessere, deve puntare sull'economia e sulla società della conoscenza così come peraltro ci viene dall'ultima Agenda Onu 2030 sottoscritta anche dall'Italia" afferma infatti la titolare del Miur al Sussidiario.net.

Una ricetta possibile secondo il ministro "diversificando i percorsi in una pluralità di sbocchi professionali possibili. Per costruire una vera economia della conoscenza, servirà allargare i numeri di partecipazione all'alta formazione".

Un lungo cammino, di cui la sperimentazione è già iniziata, possibile dopo una rivisitazione complessiva dei cicli scolastici da un punto di vista della qualità dei percorsi didattici interni. Partendo dall'assunto che il percorso educativo e formativo prosegue nel corso della vita degli individui, ha comunque bisogno di avere una più larga partecipazione possibile, almeno fino a 18 anni. Tutto questo diversificato in percorso diversi: licei, istituti tecnici professionali. "Il sapere e le nuove competenze - afferma il ministro - sono elemento fondamentale. So che questo non si realizza in due giorni, ma la visione e l'attuazione è importante".

Tuttavia la proposta del ministro di allungare fino ai 18 anni l'obbligo scolastico ha ricevuto il consenso solo dalla Cgil (che parla di «scelta giusta») e dellʼassociazione dei presidi. Il Pd va cauto, per la senatrice Francesca Puglisi, ci sono ancora troppe norme della "buona scuola" che dovrebbero essere attuate e alla vigilia elettorale si tratterebbe di cambiamenti troppo radicali.


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