La proposta dell'Adoc di rendere detraibili i costi dei campi estivi come già avviene per le spese per l'istruzione scolastica

di Gabriella Lax - Finisce la scuola e i genitori che lavorano hanno un problema in più da risolvere: dove lasciare i figli? I centri estivi sono la migliore della soluzioni, luoghi dove i ragazzi possono divertirsi, giocare, magari all'aria aperta, a contatto con la natura. Quasi sempre però questa soluzione comporta sacrifici in termini economici per i costi che possono arrivare anche a trecento euro alla settimana.

Centri estivi: spese detraibili come quelle scolastiche

Proprio a causa degli alti costi l'Adoc (Associazione difesa e orientamento consumatori) lancia la proposta di rendere detraibili le spese dei campi estivi come già accade per quelle per l'istruzione scolastica. «Un valido sostegno per le famiglie ed anche le strutture che potrebbero incrementare gli investimenti, aumentare gli standard di qualità e sicurezza a vantaggio di tutti» chiarisce Roberto Tascini, presidente dell'Adoc.

Come riporta AdnKronos, secondo uno studio di Adoc il 60% delle famiglie vorrebbe fruire del centro estivo, ma solo il 25%, quindi una famiglia su 4, riesce a mandare i bambini almeno per una settimana.

La scelta non è a buon mercato perché si arriva a picchi di spesa di quasi 300 euro a settimana: una soluzione che se dovesse essere adottata per i due mesi estivi avrebbe un costo di 1.320, equivalente ad uno stipendio. Invece una baby sitter ha un costo di 50 euro a settimana a bambino in media.

La soluzione dei centri comunali

Intanto per far fronte alle necessità familiari, sono in molti i Comuni italiani che organizzano centri estivi anche tramite polisportive o associazioni culturali e nelle scuole stesse. Facendo una media nei centri comunali si spende in media tra i 35 ai 45 euro, con riduzioni dal secondo figlio in poi e gratuità per genitori con un Isee molto basso, ma tutto ciò è variabile da comune e comune.

A Milano e Firenze si paga a seconda del reddito, tramite Isee, come avviene per la mensa scolastica. Si va dall'esenzione totale per chi ha un reddito fino a 3.000 fino a circa 200 euro per due settimane. A Roma invece si paga una cifra settimanale che va da 50 euro minimo ai 90 euro (con sconti nel caso di permanenza per più settimane o nel caso in cui si porti più di un figlio).


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