Lieve ripresa del 2% per i redditi medi degli avvocati. Pubblicato il bilancio dell'ente previdenziale degli avvocati con un avanzo di oltre un miliardo

di Marina Crisafi - Oltre un miliardo di euro di avanzo di esercizio per il bilancio di Cassa Forense, che chiude l'anno trascorso con un incremento dell'8,7% in più rispetto allo scorso anno. A comunicarlo è lo stesso ente previdenziale degli avvocati, con una nota che annuncia la pubblicazione del bilancio 2016 e i dati relativi ai redditi professionali medi dei professionisti e alla percentuale di iscritti, aumentata per via dei circa 50mila avvocati per i quali la Cassa è diventata obbligatoria a partire proprio dall'anno precedente.

Cassa Forense: costi ed entrate

Un bilancio tutto positivo, dunque, che registra entrate contributive pari a 1.639 milioni di euro (3,7% in più rispetto al 2015) e uscite pari a 864,6 milioni di euro (3,8% rispetto al precedente esercizio), frutto, scrive la Cassa, anche delle tante novità in materia di welfare che hanno preso corpo nel 2016.

I costi complessivi registrati nel conto economico dello scorso anno, inoltre, sono pari a 1.071 milioni di euro, mentre il totale dei ricavi ammonta a oltre 2.000 milioni.

Il patrimonio netto complessivo dell'ente si attesta oltre i 10mila milioni di euro, registrando un positivo rendimento della gestione anche degli investimenti (circa il 2% valutando il portafogli ai prezzi correnti di mercato).

Lieve ripresa per i redditi degli avvocati

Quanto alla presenza dei professionisti nell'avvocatura, il saldo del 2016 risente anche del cambiamento normativo (in virtù della completa attuazione dell'art. 21 della l. n. 247/2012), che ha segnato "l'iscrizione alla Cassa obbligatoria per tutti gli iscritti agli albi e la necessità per la Cassa Forense di offrire copertura previdenziale a tutti i nuovi iscritti, circa 50 mila avvocati a prescindere dai redditi prodotti".

Sul fronte dei numeri, si registra, riporta la nota dell'ente, una maggiore presenza delle donne nell'avvocatura che nel 2016 sono pari al 48%, superando i "colleghi uomini" in alcune regioni.

Tuttavia, il lato femminile della professione forense, continua a registrare un reddito meno elevato rispetto a quello maschile. A permanere, inoltre, segnala la Cassa, è "anche la differenza di reddito tra gli avvocati delle regioni del nord, superiori al valore medio nazionale, e i redditi degli avvocati delle regioni del sud".

In ogni caso, dai dati emerge un lieve aumento del reddito professionale medio degli avvocati rispetto al 2015 (circa il 2,2%), che, conclude la nota "fa sperare in un positivo trend di superamento del periodo di recessione".


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