Approvati oggi dal Governo i decreti attuativi. Cambia la maturità e le modalità per diventare insegnanti

di Marina Crisafi - Nuove modalità per diventare insegnanti e nuove regole per la maturità. Ma anche risorse per il diritto allo studio e novità per la fascia d'età 0-6 e per l'inclusione degli alunni disabili. Sono questi i principali temi oggetto dei decreti attuativi approvati oggi in via definitiva dal Consiglio dei Ministri. I decreti rendono completamente operativa la riforma della Buona Scuola. Un'approvazione salutata dal premier Gentiloni come "un'iniezione di qualità" ma accolta dalle proteste degli studenti, soprattutto su uno dei provvedimenti più controversi, quello sul sostegno.

Ecco le principali novità:

Maturità

Per accedere alla maturità a partire dall'anno scolastico 2018-2019, gli studenti dovranno avere necessariamente il "6" in tutte le materie. Abolito anche il c.d. "quizzone", e le prove scritte diventano due (in luogo delle tre attuali). Il voto rimane 100 (di cui 20 per la prima prova, 20 per la seconda e per l'orale, oltre bonus a disposizione della commissione).

Inoltre, per approdare all'esame di Stato sarà necessario aver svolto l'alternanza scuola-lavoro e l'Invalsi (italiano, matematica e inglese), che viene spostato dunque nel corso dell'anno.

Per gli esami di terza media, invece, ci saranno, sempre a partire dal 2018, tre scritti e un colloquio.

Infine, per la scuola primaria, niente lettere, i voti restano numerici accompagnati da una relazione sulle capacità degli studenti. E, in ultima istanza, sarà possibile bocciare.

Insegnanti

Modificati anche l'iter della formazione e dell'assunzione dei prof, con il fine di portare nelle aule insegnanti più giovani. A restare prioritarie saranno le graduatorie di merito e la prima fascia, ma chi è in seconda e ha seguito un percorso universitario di abilitazione potrà accedere a un concorso con un solo esame orale per poter prendere una cattedra. Chi è in terza fascia e ha 36 mesi di supplenze, potrà sostenere un concorso con un esame scritto e l'orale.

Al contempo, dall'anno scolastico 2018, si apre ai concorsi ogni biennio. Chi li superà dovrà effettuare un tirocinio triennale, al termine del quale potrà entrare di ruolo.

0-6 anni

I decreti riorganizzano anche la fascia 0-6 anni, con la previsione che il nido diventi l'inizio di un percorso scolastico, con educatori con laurea triennale (mentre gli insegnanti della scuola dell'infanzia dovranno essere in possesso di laurea magistrale).

Le risorse stanziate (209 milioni nel 2017, 220 per il 2018 e 239 nel 2019) andranno direttamente ai comuni, e saranno ripartite in modo inversamente proporzionale rispetto alla presenza delle classi di materna sul territorio, con il fine di far crescere la presenza di nidi nei comuni ed estendere la scuola dell'infanzia a tutti i bambini da 3 a 6 anni.

Disabili

Il decreto sul sostegno alla disabilità, tra i più contestati, prevede oltre a 90mila insegnanti fissi anche un potenziamento. A trovare conferma è anche il numero massimo di alunni (20) per ogni classe dove è presente un disabile. Inoltre, le scuole assumeranno i bidelli tenendo conto del numero di alunni disabili presenti, perché sarà il personale (Ata) ad avere il compito di accompagnarli in bagno.

Gli insegnanti di sostegno, inoltre, dovranno affrontare un corso ad hoc post-laurea.

Eliminato infine l'aggettivo "equipollente" con riferimento al conseguimento della licenza media, oggetto di numerose recenti polemiche (leggi: "Disabili: licenza media in base al Pei").


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