La settima commissione del Senato segna con la penna rossa numerosi passaggi dello schema di decreto proposto dal Ministero dell'istruzione

di Valeria Zeppilli - La riforma della scuola, così come ideata, è stata bocciata dalla settima commissione del Senato, che ha sollevato numerose perplessità sullo schema di decreto sottoposto alla sua attenzione.

Voti numerici

Partendo dai voti numerici, per la commissione essi devono lasciare lo spazio a una votazione identificata con lettere o aggettivi che esprimono cinque diversi livelli di apprendimento. Quindi A-B-C-D-E o Ottimo, Buono, Discreto, Sufficiente e Scarso.

Peraltro, questi devono essere sempre suffragati da una motivazione scritta dall'insegnante.

Bocciatura alla scuola primaria

Non convince neanche il ritorno della bocciatura nella scuola primaria, seppur proposta come attuabile solo "in casi eccezionali e comprovati da specifica motivazione".

Per la Commissione deve prevedersi che l'ammissione degli alunni alla classe successiva e alla scuola secondaria anche se dimostrano livelli di apprendimento raggiunti parzialmente o in via di prima acquisizione e che se le valutazioni periodiche o finali degli alunni indicano simili livelli di apprendimento la scuola ha il compito di attivare strategie specifiche per il loro miglioramento, nell'ambito della sua autonomia didattica e organizzativa.

Alternanza scuola/lavoro

Neanche l'alternanza scuola/lavoro è piaciuta a palazzo Madama, che ha frenato gli entusiasmi del ministero dell'istruzione nel considerarla un titolo indispensabile per l'ammissione all'esame di maturità invitando il Governo a valutare l'opportunità di considerarla requisito di ammissione rendendosi conto delle difficoltà in concreto riscontrabili in alcune aree della penisola.

Prove Invalsi

Non è andata meglio alle prove Invalsi: se è passata la loro obbligatorietà per l'accesso all'esame di maturità, non è stata gradita l'idea di inserire l'esito di quelle sostenute nell'ultimo anno di scuola all'interno del curriculum dello studente. Inoltre, per la Commissione, le stesse andrebbero svolte all'inizio dell'anno scolastico.

Disabili

Nello schema di decreto, infine, si parlava delle prove di terza media per i disabili come di prove "non equipollenti a quelle ordinarie", ma la commissione ha eliminato tale definizione, classificandola, peraltro, come un problema di scrittura del ministero.

Valeria Zeppilli

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