E' iniziato l'esame in Commissione Finanze della Camera dei Deputati
di Roberto Paternicò - E' iniziato, presso la Commissione Finanze della Camera dei Deputati, l'esame, in sede referente, delle varie proposte di legge volte a introdurre nel nostro ordinamento il principio della separazione delle attività bancarie commerciali da quelle speculative. Varie sono le proposte presentate che dovranno trovare un punto di sintesi, per delegare il Governo nella riforma dell'ordinamento bancario.

Nel 2014 la Commissione europea aveva già proposto un regolamento sulla riforma strutturale del settore bancario che mirava alla separazione delle attività finanziarie più rischiose delle banche da quelle di intermediazione tradizionale con il doppio obiettivo di rafforzare la stabilità finanziaria e migliorare il livello di protezione dei consumatori. In realtà, nulla di nuovo, visto che Negli Stati Uniti, dopo il collasso del sistema bancario, fu introdotta, nel 1933, una separazione fra banche commerciali e banche di investimento con il Banking Act, noto come Glass-Steagall Act (nomi dei proponenti), rimasto in vigore per più di sessanta anni e poi abolito. Altri interventi normativi di "separazione" sono stati adottati negli Stati Uniti con la c.d. Volcker rule che limita l'attività speculativa delle banche che non possono investire i propri capitali in Borsa, come strumenti derivati e partecipazioni in hedge funds, se non in modo limitato. La norma, inoltre, separa le attività di "commercial" da quelle di "investment" per tutelare i risparmiatori ed evitare nuovi crack finanziari. Lo stesso sistema è presente, anche, nel Regno Unito con il nome di Vickers reform e simili iniziative sono state adottate in Francia e in Germania.

La proposta della Commissione europea, come la Volcker rule, intende vietare alcune attività (quali il proprietary trading) all'interno dei gruppi bancari mentre le iniziative francesi, quella tedesche e inglesi si limitano a voler dividere le attività svolte nei gruppi in entità separate. Insomma il dibattito é aperto.

Le nostre varie proposte di Legge (raggruppate tra loro) intendono, in sintesi:

- separare l'attività di commercio in proprio di strumenti finanziari dalle restanti attività esercitate dalle banche per cui le banche che svolgono attività di commercio in proprio di strumenti finanziari non possono svolgere anche le attività di raccolta di risparmio tra il pubblico e l'esercizio del credito, nonché ogni altra attività finanziaria e le attività connesse o strumentali. Unica eccezione i titoli di Stato e in altre proposte, anche, obbligazioni di società partecipate dallo Stato, purché: il capitale investito non superi i due terzi del totale depositato presso l'istituto bancario stesso e non superi la quota massima di 250.000 euro;

- definire le attività della banche commerciali e quelle d'affari, anche, in due sezioni separate nell'albo della banche;

- prevedere il divieto per le banche commerciali di svolgere, direttamente o indirettamente, qualsiasi attività propria delle banche d'affari, delle società di intermediazione mobiliare e, in generale, di tutte le società finanziarie che non sono autorizzate a effettuare la raccolta di depositi tra il pubblico (in alcune proposte sono consentite tali attività entro il limite del 20 per cento degli asset totali della banca e comunque con una soglia massima di 10 miliardi);

- vietare, per le banche commerciali, di effettuare attività legate alla negoziazione e all'intermediazione dei valori mobiliari;

- definire le attività e i servizi svolti dalle banche verso le persone fisiche e quelle giuridiche;

-vietare, per le banche commerciali, le partecipazioni o accordi di collaborazione commerciale di qualsiasi natura con banche d'affari, banche d'investimento, società di intermediazione mobiliare e società finanziarie;

- vietare, per le banche commerciali, di essere partecipate dalla banche d'affari ovvero il divieto di partecipazioni incrociate;

- stabilire il divieto, per i rappresentanti, i direttori, i soci di riferimento e gli impiegati delle banche d'affari, delle banche d'investimento, delle società di intermediazione mobiliare e in generale di tutte le società finanziarie che non effettuano la raccolta di depositi tra il pubblico, di detenere posizioni di controllo e di ricoprire cariche direttive nelle banche commerciali;

- definire i requisiti di indipendenza per il management delle banche con il divieto, anche, di ricoprire cariche direttive e di detenere posizioni di controllo in banche diverse da quelle in cui operano;

- regolamentare il gruppo o il conglomerato finanziario per garantire l'autonomia alle banche che svolgono attività di intermediazione creditizia tradizionale;

- obbligare le banche commerciali ad operare in condizioni di sostanziale equilibrio tra le scadenze delle attività di raccolta e di impiego delle risorse finanziarie e per la raccolta dei depositi a breve termine, il divieto di erogare finanziamenti a medio o a lungo termine;

- vietare il trasferimento dei rischi e perdite derivanti dall'attività di trading sulla liquidità e sulla insolvibilità delle banche commerciali nonché sul portafoglio e sui depositi della loro clientela;

- stabilire sanzioni proporzionate e dissuasive per le banche che non ottemperino ai princìpi individuati prevedendo, per le infrazioni di maggiore gravità, la revoca dell'autorizzazione all'attività bancaria;

- prevedere un trattamento fiscale più favorevole per le banche commerciali rispetto a quello per le banche d'affari;

- dare attuazione alla legge e ai decreti legislativi senza produrre nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Non resta che attendere.

Assibot

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