Per la Cassazione la condotta è penalmente rilevante solo se la produzione è idonea a incrementare il mercato

di Marina Crisafi - Una sola piantina di marijuana sul terrazzo non è reato perché ai fini della punibilità penale è necessaria una produzione potenzialmente idonea a incrementare il mercato. Lo ha deciso la Cassazione nella sentenza n. 40030/2016 pubblicata oggi (qui sotto allegata) confermando il non luogo a procedere deciso dal Gup del tribunale di Siracusa - per il reato di coltivazione di sostanze stupefacenti nei confronti di un uomo trovato con una piantina di canapa indiana sul terrazzo - e andando contro le conclusioni del procuratore della Repubblica.

La decisione dei giudici di merito

Per il tribunale, la percentuale di principio attivo (Thc era pari all'1,8%) ricavabile dall'unica pianta, tale da garantire n. 12 dosi, consentiva di escludere la possibile diffusione o ampliamento della coltivazione della droga leggera e apprezzare ragionevolmente un uso personale della stessa.

Avverso tale decisione proponeva ricorso il procuratore per violazione della legge penale, in particolare degli artt. 425-428 c.p.p., giacché secondo lo stesso la condotta andava sanzionata in base sia alla tipologia di pianta che alla quantità di principio attivo sopra i minimi di legge, che, infine, al peso e all'altezza.

La motivazione della Cassazione

Ma per la Cassazione il ricorso non è fondato. "La punibilità per la coltivazione non autorizzata di piante da cui sono estraibili sostanze stupefacenti va esclusa - hanno ricordato gli Ermellini - soltanto se il giudice ne accerti l'offensività in concreto, ovvero quando la condotta sia così trascurabile da rendere sostanzialmente irrilevante l'aumento di disponibilità della droga e non prospettabile alcun pericolo di ulteriore diffusione di essa, restando in tal senso non sufficiente l'accertamento della conformità al tipo botanico vietato".

Resta escluso, quindi, prosegue la sentenza che rilevi "ai fini dell'offensività della condotta e della correlata punibilità il solo dato quantitativo di principio attivo ricavabile dalle singole piante, dovendosi valutare anche l'estensione e il livello di strutturazione della coltivazione, al fine di verificare se da essa possa derivare o meno una produzione potenzialmente idonea ad incrementare il mercato".

Tale non è la situazione del caso di specie, in cui la coltivazione di un'unica pianta di marijuana, curata in vaso e posizionata su un terrazzo di abitazione collocata in contesto urbano, rappresentano "evidenze che obiettivamente escludono che da detta coltivazione possa derivare quell'aumento nella disponibilità della sostanza stupefacente e quel pericolo di ulteriore diffusione che sono gli estremi integrativi della offensività e punibilità della condotta ascritta".

Precedenti pronunce della Cassazione:

» Coltivare in casa due piantine di cannabis non è reato: svolta della Cassazione - Lucia Izzo - 11/02/16

» Cassazione: ancora una volta sulla coltivazione di cannabis nella propria abitazione. - Sabrina Caporale - 04/04/14

» Coltivazione di cannabis: per la Cassazione è reato anche senza principio attivo. - Dott. Lorenzo Giovarelli - 03/11/13

» CANNABIS - Imputato per coltivazione a fini di spaccio di due piantine - Sara DAGNA commenta Tribunale di Asti 2.2.2012 - Avv. Paolo M. Storani - 08/05/12

» Cassazione: non è reato la coltivazione di cannabis se le piante non sono ancora mature - N.R.

Cassazione, sentenza n. 40030/2016

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