Le indispensabili precauzioni prima di dirsi addio dinanzi a un giudice

di Redazione - Quando una coppia scoppia e decide di separarsi spesso non sa che la separazione potrebbe comportare più problemi di quanti non se ne vogliano risolvere, a partire innanzitutto dai problemi economici (leggi: "Il raddoppio dei costi dopo il divorzio. È davvero possibile mantenere il tenore di vita?". 

La vita a due è il sogno di ogni persona che crede nel matrimonio, ma i problemi quotidiani spesso riescono a incrinare anche il più romantico degli amori: difficoltà finanziarie, interessi che divergono, poche amicizie comuni, sono tante le ragioni che possono creare tensioni e rendere intollerabile la convivenza. 

Ma prima di porre fine a un matrimonio e comunicarlo al marito o alla moglie è consigliabile compiere alcuni passi che possono aiutare a prendere una scelta che non sia dettata solo dall'impulso: 

1) Innanzitutto bisogna concedersi del tempo per capire se non sia meglio affrontare i conflitti con il proprio partner e cercare di risolverli. Spesso le liti di coppia si verificano sempre per gli stessi motivi e la crisi potrebbe diventare il momento per discuterne e trovare una soluzione. Un piccolo sforzo iniziale che non solo potrebbe salvare il matrimonio ma che può mettere al riparo da tutti quei problemi (non solo economici) che una separazione trascina con sé. Per non parlare dei figli e del dramma che vivono anche molti padri separati (leggi: "Il dramma silenzioso dei padri separati e divorziati").

2) Ma se il dialogo non porta a nulla? Anche in tal caso la fretta non è mai una buona consigliera. Si può valutare ad esempio l'opportunità di affrontare una terapia di coppia oppure una terapia individuale. Un percorso fondamentale per acquisire maggiore consapevolezza dei propri problemi e delle difficoltà che hanno portato alla crisi coniugale. Anche la mediazione familiare può rivelarsi utile ad evitare che una separazione si trasformi un una "Guerra dei Roses". Questo istituto è infatti finalizzato a favorire la comunicazione e a fare in modo che ciascuno riconosca i propri errori. Il mediatore, soggetto terzo e imparziale rispetto alle parti, persegue inoltre l'obiettivo di facilitare una maggiore collaborazione, indispensabile se ci sono figli minori. 

3) Ma non è finita qui. Perché prima di rompere definitivamente non consultare un avvocato? Il parere di un legale risulta fondamentale per comprendere i propri diritti, quelli dell'altro coniuge e, soprattutto, quelli dei figli. L'avvocato potrà spiegare come dividere i beni in comunione, quali sono le regole per l'assegnazione della casa familiare, quali sono i provvedimenti da adottare nell'interessse della prole e i contributi economici per il loro mantenimento. 

4) Una volta maturata la scelta finale e ricevute tutte le informazioni necessarie, si dovrà compiere il passo di comunicare all'altro coniuge la propria decisione maturata nella piena consapevolezza. Strada che certamente non sarà intrapresa se il rapporto è cessato a causa di violenze o di brusche rotture dovute alla scoperta di tradimenti o altro. 

5) Un'ultima precisazione infine si rende necessaria. Benché possa risultare una strada difficile da percorrere, anche la richiesta di addebito della separazione potrebbe risultare utile. Soprattutto per l'incidenza che questa può avere sotto il profilo economico. Il coniuge nei cui confronti viene addebitata la colpa della separazione perde infatti il diritto al mantenimento ferma restando la possibilità di ottenere gli alimenti in caso in cui si versi in stato di bisogno (leggi in merito: "L'assegno di mantenimento" e "Il diritto agli alimenti". 


Per approfondimenti vai alla guida completa sulla separazione dei coniugi


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