E' reato toccare le ballerine di lap dance. In questo modo, infatti, vengono trattate come 'prostitute', non piu' come 'ballerine'. Lo ha sancito la Corte di Cassazione che ha reso defintiva la condanna inflitta a due gestori di un locale bresciano per 'esercizio di una casa di prostituzione e sfruttamento della prostituzione'. Per fare scattare la condanna penale nei confronti dei gestori basta mettere in atto 'quelle attivita' che danno origine ad eccitazione e a soddisfacimento dell'istinto sessuale con appagamento della propria libido'. Non importa se i 'toccamenti' e gli 'sfregamenti' alle ballerine non sono 'prolungati' nel tempo, e' sufficiente che siano 'tali da produrre eccitazione in un soggetto normale'. Nel locale notturno, 'nel corso dello spogliarello attuato nei locali privati, dietro versamento di 250 euro alla cassa del locale e della stessa cifra alla spogliarellista, avvenivano palpeggiamenti reciproci, da parte degli uomini su seni e glutei nudi, da parte delle ragazze sui genitali senza che il cliente si denudasse'. Condannati dalla Corte d'appello di Brescia, nel marzo del 2003, Alessio A. e Giancarlo B., i gestori del locale, si sono rivolti alla Cassazione sostenendo che 'per aversi prostituzione sono necessari coiti o masturbazioni, mentre l'atto di natura sessuale non deve essere inteso in senso conforme alla nozione elaborata in tema di violenza sessuale' e poi, sosteneva ancora la difesa, occorreva considerare 'in senso relativo' questi concetti 'in riferimento alla mutata sensibilita' dei nostri tempi, in cui esistono canali televisivi e manifestazioni fieristiche dedicati allo svolgimento di manifestazioni sessuali piu' spinte rispetto a quelle che si svolgevano nel locale'.

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