Ecco quando anche i figli devono mettere mano al portafoglio
Più volte la Cassazione si è occupata dei figli "bamboccioni" ossia di coloro che pur avendo superato abbondantemente la maggiore età amano restare ancora a casa con mamma e papà.

E più volte si è data notizia nelle pagine di questo portale di sentenze che in vario modo hanno delineato i limiti entro i quali un genitore è tenuto a mantenere un figlio maggiorenne.

Una interessante ed ironica panoramica sulla giurisprudenza in materia è stata pubblicata dall'avvocato Michela Manganati (La Cassazione contro i "bamboccioni"!)  


E di bamboccioni si è parlato in numerosi altri articoli in cui si è fatta menzione di sentenze dove la Suprema Corte ha di volta in volta chiarito che: 

» Lo studio non deve diventare un alibi per ricevere l'assegno di mantenimento

» Se il figlio rifiuta il lavoro perde il diritto al mantenimento;  

» E' il genitore a dover dimostrare la raggiunta indipendenza economica dei figli per liberarsi dall'obbligo di mantenimento 

Ma la giurisprudenza non è tutto

Se oggi è diventata ormai una moda (o forse una necessità) quella di non lasciare la casa paterna, è bene anche sapere che anche i figli hanno i loro doveri e che, se lavorano e convivono con i genitori, sono tenuti a contribuire al menage familiare in relazione proprie sostanze.

Questo lo dice la Cassazione, giusto? No. Lo dice il codice civile!

Si tratta di un'obbligo specificamente indicato dall'articolo 315 bis. che riguarda i diritti e i doveri del figlio.

La norma dopo aver enunciato una lunga serie di diritti che competono alla prole (quello di essere mantenuti, educati, istruiti etc...) nell'ultimo comma sancisce che il figlio, non solo deve rispettare i genitori, ma "deve contribuire, in relazione alle proprie capacita', alle proprie sostanze e al proprio reddito, al mantenimento della famiglia finche' convive con essa"

Ma c'è un'altra cosa che i figli maggiorenni dovrebbero sapere: nel caso in cui i genitori vengano a trovarsi in uno stato di bisogno, sorgerà in capo ai figli (che ci sia una convivenza o no) un obbligo di versare gli alimenti a mamma e papà.

E questo lo stabilisce l'articolo  433 del codice civile che indica dettagliatamente quali sono le persone obbligate a versare gli alimenti, ossia quella obbligazione patrimoniale un soggetto è tenuto a prestare verso un familiare che versa in stato di bisogno (vedi in proposito la guida legale: "il diritto agli alimenti").

La norma in questione dispone infatti che sono obbligati a prestare gli alimenti (oltre al coniuge ai genitori e ai fratelli) anche altri soggetti come il suocero, la suocera e i figli. 


Insomma anche i figli devono mettere mano al portafoglio! Qualche volta!

Ma tra le parole e fatti, si sa, c'è sempre uno iato incolmabile.


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