L'amministrativista più simpatico, vale a dire il Prof. Avv. Ciro Centore da Caserta, ha trovato un sistema assai originale per augurarci Buona Pasqua

di Paolo M. Storani - L'amministrativista più simpatico, vale a dire il Prof. Avv. Ciro Centore da Caserta, ha trovato un sistema assai originale per augurarci Buona Pasqua dalle colonne telematiche di LIA Law In Action: con un articolo su una curiosa decisione che dovrà adottare il Tar Bologna.

Grazie, caro Ciro, per l'ambita preferenza e buona lettura agli internauti.


""Il Tribunale Amministrativo di Bologna dovrà occuparsi, tra le varie cose di cui si occupano i TAR, anche della prossima Pasqua e delle tradizionali "benedizioni pasquali". Casa per casa, il Parroco, notoriamente, si porta dai fedeli per la benedizione consueta.

Acqua santa e una preghiera, nel massimo rispetto di chi abita in questa casa.

Nell'ultimo decennio, si è avuta una variante, rappresentata dal fatto secondo cui il Parroco rende la sua benedizione nell'ambito anche di un "plesso scolastico" e lo fa nelle ore non dedicate alla istruzione.

Nelle cosiddette ore libere da concordare con il Dirigente scolastico e con i vari Consigli di istituto.

E' ovvio che non c'è costrizione alcuna a ciò fare e che la Chiesa ha preso questa iniziativa verosimilmente nel verificare che la benedizione tradizionale, per varie ragioni, non poteva intervenire con il consueto "giro per le case". 

La "svolta" a questa consuetudine ha provocato una polemica riportata anche dalla stampa quotidiana perché difatti, da parte di una Associazione (Comitato bolognese scuola e costituzione) e da parte di undici insegnanti e sette genitori si è dissentito fortemente dalla iniziativa della Curia, in favore delle benedizioni "anche" a scuola.

Si è richiamata la Carta Costituzionale e il principio di "laicità" nella scuola pubblica.

Si è precisato che gli atti di culto e le celebrazioni legate agli stessi vanno assolti nei luoghi a ciò deputati, chiese e templi, ma non nelle sedi scolastiche, sedi anomale ed improprie, destinate alle attività didattiche e culturali, finalità che sono "proprie" della scuola.

Insomma anche le tradizioni religiose al di fuori dei plessi scolastici.

Di qui la contestazione e di qui il ricorso al Tribunale Amministrativo, con contestuale invito, da parte dei "genitori e maestri", a rivedere la decisione di verso contrario.

Il TAR si occuperà quindi di questa particolare vicenda che, per il vero, a quanto ci si ricorda, ha già qualche precedente in sede giudiziaria e favorevole ai principi di laicità e aconfessionalità dello Stato.""

Autore: Prof. Avv. Ciro Centore

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