Respinto il ricorso della sorella di Rino Gaetano.

Il marchio registrato dà diritto all'uso esclusivo da parte del titolare, solo in mancanza di pre-uso ad opera di altri. Sulla base di tale principio, con sentenza depositata lo scorso 10 febbraio, la prima sezione civile della Suprema Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla sorella dell'indimenticato Rino Gaetano - tragicamente scomparso nel 1981 - contro la band "Ciao Rino" esecutrice da anni di cover delle canzoni dell'artista. 

La donna aveva intentato una causa contro i musicisti capitanati da Alessandro D'Orazi, per usurpazione del marchio - che costituiva il nome della band stessa - dalla ricorrente regolarmente registrato nel 2001, chiedendo un totale di 75.000 euro di risarcimento per violazione dell'art. 12 del Codice della Proprietà Industriale e per i danni morali prodotti dalla "deformazione, modificazione e mutilazione" dei brani del defunto Rino, "che potessero essere di pregiudizio al di lui onore"

Ma i giudici della Suprema Corte, confermando sostanzialmente la sentenza dell'Appello, hanno dato ragione ai resistenti, i quali notoriamente utilizzavano già - seppur con minore frequenza - il nome "Ciao Rino" nelle loro esibizioni precedenti all'anno 2001, peraltro dopo esserne stati espressamente autorizzati dalla stessa Anna Gaetano (che per un periodo aveva anche ricoperto il ruolo di manager della band)! Ed è proprio questa ultima circostanza ad escludere in maniera definitiva e inequivoca qualsiasi abuso. Pertanto, niente risarcimento per la donna, e possibilità per il gruppo di mantenere il nome ormai acquisito e continuare ad utilizzarlo a livello locale.


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