Lo scandalo dei vigili romani "ammalatisi" in massa proprio nella notte di San Silvestro ha impresso un'accelerata all'intervento del Governo per ridisciplinare i lavoratori statali, o quanto meno ai suoi proclami. Anche per non deludere le aspettative dell'opinione pubblica, Renzi e i suoi hanno promesso tempi rapidi per realizzare l'annunciato avvicinamento fra impiego pubblico e privato in materia di licenziamento e, soprattutto, di controllo dell'assenteismo. 

In effetti, svanito l'effetto Brunetta - che nel 2009 aveva introdotto come deterrente per i falsi malati l'alleggerimento delle buste paga -, nel settore pubblico le assenze per ragioni di salute durante il biennio 2012-2013 sono lievitate del 27%, approfondendo ulteriormente il  divario con i dipendenti privati. Adesso, sulla base di quanto previsto dalla legge-delega del ministro Madia, si è dichiarato innanzitutto di voler rendere più efficaci e stringenti i controlli dei certificati medici presentati dagli impiegati pubblici, trasferendone la competenza all'INPS, che si occupa attualmente di disporre visite fiscali nei confronti dei soli lavoratori privati. 

I vantaggi di una tale scelta - assicura il premier - sarebbero sia di ordine economico che logistico. E, cosa fondamentale, permetterebbero di mantenere un controllo più effettivo sui lavoratori.

L'Istituto di Previdenza Nazionale può infatti disporre di un sistema informatico d'avanguardia ed efficientemente ramificato e riuscirebbe a smaltire le pratiche con costi di gran lunga inferiori rispetto a quanto facciano oggi le Asl: stando ai più recenti dati in possesso di Palazzo Chigi, infatti, le visite fiscali disposte dalle Aziende sanitarie locali per i soli pubblici dipendenti impegnano ogni anno circa 70 milioni di euro, mentre l'Inps controlla quasi il doppio di certificati medici (di lavoratori privati) per un costo annuo di circa 25 milioni. Secondo le stime, l'unificazione del sistema di verifica delle assenze per malattia in capo all'INPS frutterebbe allo Stato un risparmio di quasi 60 milioni di euro all'anno

Oltre a ciò, il Governo intende agire sulla valutazione del merito e sulla licenziabilità dei lavoratori del settore pubblico, mediante l'istituzione di Commissioni di Valutazione ad hoc che garantiscano l'imparzialità e l'uniformità dei provvedimenti.


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