Nel videomessaggio girato ieri (disponibile sul sito del Governo), il premier Renzi ha annunciato un vero e proprio "pacchetto anti-corruzione"

Ci sono voluti il terremoto scatenato dall'inchiesta Mafia capitale, che ha gettato il Paese nell'incubo di una nuova Tangentopoli e l'indignazione per la sentenza della Cassazione che ha annullato le condanne del caso Eternit, per far tornare in vetta alla classifica delle priorità del Governo la riforma della prescrizione, compresa nel "pacchetto giustizia" presentato dall'esecutivo il 29 agosto scorso, e mai arrivata alle Camere.

Ma non solo.

Nel videomessaggio girato ieri (disponibile sul sito del Governo), il premier Renzi ha annunciato un vero e proprio "pacchetto anti-corruzione" informato al nuovo leitmotiv: "chi ruba paghi fino all'ultimo centesimo, fino all'ultimo giorno".

Se ne discuterà domani nel Consiglio dei Ministri n. 41, convocato d'urgenza alle ore 8:00.

L'intervento, studiato di concerto con il ministro Orlando, dovrebbe avvenire su un doppio binario: far tornare di nuovo in Cdm il ddl sul processo penale (che comprende sia la riforma della prescrizione che la delega sulle intercettazioni) e integrare il decreto sulla criminalità economica attualmente in discussione al Senato.

 

Di seguito le misure principali che dovranno modificare il codice penale in materia di corruzione:


-      Aumento delle pene e restituzione del "maltolto"

La pena minima per la corruzione verrà innalzata a sei anni, rispetto ai quattro attuali.

L'obiettivo è limitare il largo ricorso al patteggiamento che rappresenta una "inaccettabile carta di uscita gratis di prigione" come ha affermato il ministro Orlando, considerato che nel nostro Paese su una popolazione di circa 50mila detenuti solo 257 persone si trovano in carcere per corruzione.

Per cui d'ora in poi "chi ruba potrà patteggiare ma un po' di carcere lo farà", a condizione che (altra importante novità) abbia già restituito "il maltolto fino all'ultimo centesimo".

 

-      Confisca più facile

La deterrenza alla corruzione passa anche per l'aggressione del patrimonio da parte dello Stato, per cui si renderanno più semplici le procedure per il sequestro e la confisca dei beni che potranno applicarsi anche ai condannati per corruzione, con sentenza passata in giudicato, come già accade per i reati più gravi.

Intervenendo sull'art. 322-ter c.p. si estenderà, infatti, anche ai condannati per corruzione quanto già previsto per i mafiosi: nell'ipotesi di sproporzione tra i patrimoni posseduti e i redditi dichiarati si procederà al sequestro e alla confisca (anche per equivalente).

 

    - Prescrizione più lunga

La novità più importante, tra quelle annunciate, riguarda la prescrizione per i reati contro la Pubblica Amministrazione, che sarà raddoppiata intervenendo sull'art. 157 c.p.

La disposizione penale, che prevede il raddoppio dei termini della prescrizione solo per alcuni reati (violenza carnale, estorsione, incendio doloso, ecc.), verrà infatti estesa anche ai reati contro la P.A. (corruzione, peculato, concussione, ecc.) e riportata a 15 anni (come previsto prima della legge c.d. ex Cirielli), contro i dieci attuali. 



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